Questo libro mi ha chiamata per diversi mesi dalla libreria, e alla fine ho deciso che dovevo leggelo, anche sotto consiglio della mia collega che lo ha trovato stupendo.
Io non so nulla della storia di Israele per mia volontà, non ho mai voluto approfondire per scelta, ma mi rendo conto che ormai è arrivato il momento di conoscere e smetterla di ignorare un fenomeno così importante per comprendere la storia attuale del mondo intero. Come il solito ho scelto la porta del Romanzo per iniziare a capire.
Il libro parla di molte cose, si intrecciano varie tematiche "dalla riflessione sul senso dell'esistenza dello Stato d'Israele e su ogni utopia di redenzione che finisce inevitabilmente nel sangue, al rapporto tra ebrei e Cristo, dalla domanda su cosa significhi essere figli che come il biblico Isacco o i contemporanei soldati corrono il rischio di essere sacrificati dai padri, alla meditazione sulla solitudine senza rimedio. Ma prima di tutto Giuda è un potente elogio del tradimento. "Perché", dice l'autore in questa conversazione, "solo chi tradisce, chi esce fuori dalle convenzioni della comunità cui appartiene, è capace di cambiare se stesso e il mondo".
Tra tutte le tematiche trattate quella che mi è piaciuta di più è quella di Giuda. Giuda Visto come primo vero Cristiano, come colui che per primo vede le potenziali di Gesù, ma sarà poi Paolo a fondare il Cristianesimo come lo conosciamo oggi. Ma Giuda non è solo che il pretesto del romanzo, il vero tema è il tradimento. L'autore in un intervista risponde così parlando di Abrabanel:
"Secondo lui l'idea di un mondo diviso in Stati nazionali è anacronistica. Abrabanel faceva parte di un'epoca precedente, ma forse era profeta del tempo a venire. E per quanto riguarda il tradimento: chi porta al mondo una cosa nuova, tradisce le cose vecchie. Traditore era il profeta Geremia, e per gli ebrei Gesù. E lo sono stati Lincoln, De Gaulle, Ben Gurion agli occhi della destra, perché il fondatore del nostro Stato ha rinunciato nel 1948 a metà della Terra d'Israele. Traditore è stato Rabin. E l'hanno ammazzato. Anche io sono stato più volte accusato di essere un traditore. Per me è come una medaglia al merito".
Quindi coloro che consideriamo traditori sono veramente coloro che cambiano in meglio la società?
Questo libro mi ha lasciato molte domande e molti dubbi, mi ha spronato a saperne di più. Forse è questo che un romanzo deve saper fare, inoculare dubbi, spingere alla conoscenza.
Inutile dire che ho amato la prosa, asciutta, proprio come piace a me. Anche se i rimandi contorti mi hanno affaticata, ma inizio a pensare che sia una caratteristica degli scrittori di origine ebraica.
Gerusalemme, l'inverno tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata Gesù visto dagli ebrei, a causa dell'improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell'università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all'indirizzo riportato nell'annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abrabanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all'idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda, aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.
Io non so nulla della storia di Israele per mia volontà, non ho mai voluto approfondire per scelta, ma mi rendo conto che ormai è arrivato il momento di conoscere e smetterla di ignorare un fenomeno così importante per comprendere la storia attuale del mondo intero. Come il solito ho scelto la porta del Romanzo per iniziare a capire.
Il libro parla di molte cose, si intrecciano varie tematiche "dalla riflessione sul senso dell'esistenza dello Stato d'Israele e su ogni utopia di redenzione che finisce inevitabilmente nel sangue, al rapporto tra ebrei e Cristo, dalla domanda su cosa significhi essere figli che come il biblico Isacco o i contemporanei soldati corrono il rischio di essere sacrificati dai padri, alla meditazione sulla solitudine senza rimedio. Ma prima di tutto Giuda è un potente elogio del tradimento. "Perché", dice l'autore in questa conversazione, "solo chi tradisce, chi esce fuori dalle convenzioni della comunità cui appartiene, è capace di cambiare se stesso e il mondo".
Tra tutte le tematiche trattate quella che mi è piaciuta di più è quella di Giuda. Giuda Visto come primo vero Cristiano, come colui che per primo vede le potenziali di Gesù, ma sarà poi Paolo a fondare il Cristianesimo come lo conosciamo oggi. Ma Giuda non è solo che il pretesto del romanzo, il vero tema è il tradimento. L'autore in un intervista risponde così parlando di Abrabanel:
"Secondo lui l'idea di un mondo diviso in Stati nazionali è anacronistica. Abrabanel faceva parte di un'epoca precedente, ma forse era profeta del tempo a venire. E per quanto riguarda il tradimento: chi porta al mondo una cosa nuova, tradisce le cose vecchie. Traditore era il profeta Geremia, e per gli ebrei Gesù. E lo sono stati Lincoln, De Gaulle, Ben Gurion agli occhi della destra, perché il fondatore del nostro Stato ha rinunciato nel 1948 a metà della Terra d'Israele. Traditore è stato Rabin. E l'hanno ammazzato. Anche io sono stato più volte accusato di essere un traditore. Per me è come una medaglia al merito".
Quindi coloro che consideriamo traditori sono veramente coloro che cambiano in meglio la società?
Questo libro mi ha lasciato molte domande e molti dubbi, mi ha spronato a saperne di più. Forse è questo che un romanzo deve saper fare, inoculare dubbi, spingere alla conoscenza.
Inutile dire che ho amato la prosa, asciutta, proprio come piace a me. Anche se i rimandi contorti mi hanno affaticata, ma inizio a pensare che sia una caratteristica degli scrittori di origine ebraica.
Gerusalemme, l'inverno tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata Gesù visto dagli ebrei, a causa dell'improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell'università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all'indirizzo riportato nell'annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abrabanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all'idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda, aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.
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