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Dio è morto

Non ho mai letto volentieri testi di didattica e di genitorialità, li ho sempre trovati inutili, fino all'anno scorso, quando al corso del ruolo mi hanno fatto conoscere due autori che ho imparato ad apprezzare come Vittorino Andreoli, che spesso è in TV a spiegare il disagio giovanile; e Massimo Recalcati che ha una produzione abbastanza variegata ma mi ha davvero preso la questione del suo complesso di Telemaco. Ora sto approfondendo e stamattina mi sono trovata a leggere il suo libro sull'argomento.
Ho trovato tutto molto interessante specialmente quando illustra che Dio è morto, nel senso che la prima cosa tradizionale di cui abbiamo fatto a meno è stato Dio. Io non pratico, però sto cercando di dare un'educazione cattolica alle bambine. Credere in Dio è molto importante, nel Dio Cristiano intendo. La religione Cristiana è portatrice di alti valori e spesso fornisce una buona risposta ad interrogativi molto alti. La religione è oppio. Non risposte. Oppio. Spesso nella mia vita ho avuto bisogno di questo tipo di consolazione per andare avanti.
Recalcati afferma anche che è molto più alternativo e controcorrente credere in Dio che non farlo. Ma è anche molto poco politically correct affermare che Dio esiste e credere in Lui. 
Lo so.
È una cosa contro cui mi scontro ogni giorno. Quasi mi devo scusare con il mondo intero perché credo in Dio, perché mangio carne, perchè credo nella medicina, perché sono fortemente tradizionale. 
Vorrei vivere in un mondo dove è possibile poter essere come una volta. Rispettare mio marito, avere una famiglia felice, credere in Dio e mangiare carne. Troppe volte tutto questo sembra reato. Come dice Recalcati oggi la vera rivoluzionaria sono io. Non mi è mai piaciuto essere alla moda e questa ne è la prova.
Non sono alla moda e credetemi non vorrei mai esserlo.

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