Quando vivi per poche ore in una capitale, che non a caso viene chiamata caput mundi, ti rendi conto di quanto sei provinciale, tu che quando ti alzi vedi il mare, tu che ti addormenti con il grido dei gabbiani. Tu che scandisci la tua giornata in passi, hai il lavoro a 1200 passi, la scuola a 1200 passi, la spiaggia a 2000 passi e quando qualcosa supera i 2000 passi tutto ti appare insormontabile e ne fai a meno. Poi capiti in una città dove un incrocio è 1200 passi. Il solo attraversare la strada ti costa 1200 passi e capisci quanto sei piccola, insignificante e persino presuntuosa. Pensi di avere tutto perché hai la presunzione di avere il mondo nelle tue mani con il tuo Smart prone ma infondo abiti in una minuscola città che si risolve tutta in 10 mila passi.
Alla fine non so cosa sia meglio, io ho fatto pace con la mia piccola città da molti anni, preferisco alzarmi e guardare il mare, preferisco il mare ai divertimenti, preferisco il mare a tutto, ma ci sono stati giorni in cui tutto mi stava stretto, in cui tutto era così piccolo è odioso. Sarà l’età, la voglia di tranquillità, non lo so. La frenesia della città è qualcosa che mi piace, ma a piccole dosi.
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