Passa ai contenuti principali

Bohemian Rhapsody

Sono fan dei Queen da che ho memoria. Sono cresciuta cantando We are the champions e We will rock you. C’ero quando è uscita Radio Gaga e la mia cassetta preferita era Live Magic, avevo solo 7 anni.
Ho visto il film, ovviamente non mi è piaciuto. Quando sei cresciuta con la loro musica e loro sono stati la colonna sonora della tua vita e sai tutto su di loro é ovvio che un film romanzato sulla tua ragione di vita, sulla tua ancora di salvezza, faccia schifo.
Non sono ancora riuscita ad andare a Londra, ma sono stata a Zanzibar.
Sono stata nel luogo in cui Freddie è nato. Ho studiato il suo ambiente culturale di provenienza, il glam, la Londra tra gli anni 60 e 70, la cultura giovanile di quegli anni, Tolkien, la filologia germanica e tutto questo rientra nei testi degli anni 70 dei Queen. Questo nel film non c’è. C’e Solo il rifiuto da parte di Freddie delle sue origini perché vuole essere inglese, e il problema ad accettare il suo essere gay. Sono temi che non ho mai trovato in nessuna biografia prima d’ora. Che fosse timido e riservato e avesse un ego travagliato lo sapevo, ma che fossero questi i punti principali propio no. Freddie era complesso e per capirlo va capito tutto quello che ho citato prima.
Ascoltando Bohemian Rhapsody sulla spiaggia a Zanzibar mi sono resa conto che quella canzone era espressione dei mille volti dell’isola, crocevia di culture, qualcosa di indescrivibile che si può capire solo vivendola, esattamente come la canzone, un intreccio di cose senza capo né coda che un senso non ha. Freddie diceva che le sue canzoni non dovevano avere un messaggio universale e univoco e soprattutto non dovevano essere edificanti, ma che ogni fan doveva trovare la sua spiegazione. Io la mia spiegazione l’Ho trovata a Zanzibar. Per quanto rinneghi le tue radici è da lì che vieni ed è quello che ti porti dentro. Se davvero avesse rinnegato tutto come si dice nel film non avrebbe mai scelto di cantare una canzone come Mustapha contenuta in Jazz.
Freddie leggeva molto e aveva molti interessi, quindi è possibile che la canzone si rifaccia ad un testo letterario come al Faust o a Camus, come è stato detto, oppure a qualcosa che non sappiamo, perché è da ricercare appunto in Tolkien e nella filologia germanica, come altre canzoni scritte da Freddie, oppure ispirate da un dipinto. Le influenze possono essere moltissime e purtroppo nessuno ci potrà mai dare la giusta chiave di lettura.
Quello che oggi apprezzo però è che Bohemian Rhapsody è la canzone più ascoltata di tutti i tempi.
Se non conoscete i Queen, andate al cinema, sicuramente vi emozionerà. Questo film non piace a chi ama Freddie da sempre.

Commenti

Post popolari in questo blog

Millet, coltivatori di patate

Ho partecipato molte volte alla raccolta delle patate, ma mai alla semina. In questo dipinto Millet racconta la semina delle patate. L'uomo che con la zappa prepara il dolci, la donna che lascia cadere le patate a terra, nella speranza che esse prolificano. Questo dipinto ha la stessa monumentalità di un quadro assai più famoso di Millet, l'Angelus. Anche qui troviamo una coppia di contadini, non intenta alla preghiera ma bensì al lavoro quotidiano.

Antonello da Messina, San Gerolamo nello studio

E dopo qualche settimana di vacanza ricomincio a pubblicare nella sezione webgallery le opere che mi piacciono di più. Ricomincio con Antonello da Messina e il suo San Gerolamo nello studio, un'opera di piccolo formato che racchiude una immensa varietà di significati nascosti. Tanti piccoli oggetti rappresentati con precise grazie all'uso della pittura ad Olio. Si dice che Antonello abbia "rubato" il segreto della tecnica a Olio direttamente nelle fiandre. Sicuramente Antonello viaggiò molto, venne a contatto con diverse culture, ma non abbiamo certezze riguardo ad un suo viaggio nelle Fiandre. In questa opera Gerolamo è rappresentato con tutti i suoi attributi, sia il leone (in ombra a destra) sia mentre sta studiando/traducendo la vulgata, ovvero la Bibbia che si è usata fino a poco tempo fa, quando poi fu fatta una nuova traduzione direttamente dall'aramaico, mentre Gerolamo tradusse in latino da rotoli greci.

Antonio frilli, nudo disteso sull'amaca

Antonio Frilli, Nudo disteso sull'amaca (1890) Collezione Lord Lloyd-Webber Spesso la scultura neoclassica è snobbata, considerata fredda e di poco valore, ma a dire il vero a me piace e anche molto. Reputo questa fanciulla addormentata sull'amaca davvero notevole. Adoro quando il marmo si fa stoffa, si fa carne, si fa qualsiasi cosa tranne duro e gelido marmo. Probabilmente Antonio Frilli raccolse più successi all'estero che in patria, ieri come oggi, visto che non esiste quasi sul web se non in pagine di lingua inglese. A riprova di questo un aneddoto: questa scultura fu portata dal fratello dell'autore a St. Luis nel Missuri dove vinse diversi premi.

L'ingresso a Gerusalemme - Duccio di Buoninsegna

L'entrata di Gesù a Gerusalemme è una tavola che compone le storie di Cristo nella grande tavola composita della  Maestà che Duccio dipinse per il duomo di Siena e rappresenta Gesù che in groppa ad un asino arriva a Gerusalemme in occasione della sua ultima pasqua.  Gesù entrò nella città santa di Gerusalemmeaccompagnato da una folla festante che agitava rami di palma, stendendo per terra fronde e mantelli, e lo acclamava gridando Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore . In questa settimana Santa, ho deciso di dedicare ogni giorno ad un dipinto riguardande la passione di Cristo, per rimediare alla poca voglia che ho in genere di parlare di Arte, anche se non è proprio facile trovare qualcosa di adatto ogni giorno, sono certa che mi verranno in mente un sacco di dipinti a settimana conclusa.

Risposta a una lettera di Helga

Capita che casulamente mi imbatta in un libro che mi piace. Qualchevolta. Finalmente ho trovato un libro che mi è piaciuto tantissimo, che mi ha preso come pochi, che mi ha regalato un paio d'ore fantastiche, si perchè quand mi imbatto in qualcosa di piacevole e interessante i libri mi scappano via tra le mani, così... velocemente. Questa è una lunga lettera a Helga, amore perduto di Bjarni. Bjarni ci racconta, ad un passo dalla morte, tutti i suoi rimpianti, i suoi dolori, il suo amore. MA anche la devozione per sua moglie e per la sua terra. Uno spettacolare viaggio in Islanda, l'Islanda brulla e fredda, ma anche magica. Terra quasi disabitata ma con grandi tradizioni magiche e pastorali. Bello, bello davvero, e l'ho sempre saputo, dal momento in cui l'ho incontrato in libreria. Questo libro, può tornare utile per la reading Challenge 2019: MI pacerebbe che se ne facesse un film , si presta molto. E' un libro di letteraura nordica , anche se non è proprio a

Schiele, cardinale e suora

  Continuo la mia rassegna di "baci" nell'arte con quest'opera poco conosciuta di Schiele, un'opra controversa e provocatoria, un bacio fra un cardinale che ha il volto dello stesso pittore e  una suora, che ha il volto della sorella di Schiele, sua prima modella. Quest'oera è una critica alla società viennese dell'epoca ma anche un omaggio al suo maestro, Klimt, infatti le analogie con il Bacio di quest'ultimo sono molteplici.

Una Gradita sorpresa

Questa settimana ho fatto il test di inglese per il corso e mi sono trovata con grandissima sorpresa e in modo del tutto inaspettato al livello C1, esattamente il livello a cui ambivo di arrivare in due anni di studio! Invece ci sono arrivata da sola e inconsapevolmente! Non so come descrivere la mia gioia, anche se sono arrivata da un livello così alto, frequenterò il corso B2, anche perchè diverse cose le ho "tirate ad orecchio", non perchè le sapevo, ma giusto perchè secondo me si diceva così. Quindi preferisco passare un anno al corso inferiore e studiare bene la grammatica e sentirmi sicura. Come sono arrivata al C1? Ma con Meredith Grey! Devo dire grazie alla tv se sono migliorata così tanto da sola, se sono arrivata così tanto avanti! Un pò di consapevolezza l'avevo maturata, lo ammetto... soprattutto ascoltando la musica mi ero accorta che capivo quel che dicevano al primo ascolto e infatti la musica inglese aveva perso i suo fascino, da qualche estate preferi

Toulouse Lautrec “Moulin Rouge. La Goulue”

Aggiungo, oggi,  alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch

Di controllo in controllo

 Scusate ma non so parlare d’altro che di Covid. Del mio Covid. Sono negativa dal 23 maggio, ma per me non è finita quel giorno. Polmonite e pleurite non sono sparite con il virus. Sono rimasta ricoverata fino al 4 giugno e ora continuano i controlli, perché di stare bene ancora non se ne parla. Martedì di nuovo in ospedale per la mia doppia vita da vampiro. Ogni 20 giorni ho disperato bisogno di un refill di sangue, non ne esco. Aspettare il sangue è davvero snervante... arrivi, fai tutte le analisi, aspetti il risultato, in base agli esiti decidono di quanto ne hai bisogno. Poi lo ordinano, lo preparano, e solo ore dopo puoi avere la tua sacca che ci impiega più di un ora ad entrare dentro di te. Poi occorre ancora mezz’ora di osservazione e poi sei fuori. Io sono alla mia terza sacca e chissà quante ne avrò da fare per tutta la vita. Ho continui controlli alla bambina, uno alla settimana perché non sanno cosa può accadere. Niente sicuramente, ma vogliono esserne sicuri. Intanto manc

Bazille, L'atelier de la rue la Condamine

Perché ho scelto proprio quest'opera? Non ne ho idea. Semplicemente volevo un'opera di Bazille e ho scelto questa. Perché proprio questa? Perché racconta una storia, racconta un luogo, racconta l'amicizia. Ti ci puoi perdere dentro e immaginare di essere proprio lì ad osservarli, concentrandoti li puoi persino sentirli parlare fra di loro. A mio avviso questo è uno dei quadri su cui potrebbe nascere uno di quei romanzi che hanno riscosso molto successo come la ragazza dall'Orecchino di Perla, costruiti su di un singolo dipinto, molto evocativo.