Spesso nella mia vita sono accaduti eventi per cui ho dovuto limitare la mia attivita social. Ho quasi ridotto a zero l'attività su Facebook. Entro di rado, metto qualche like e riposto solo articoli di arte e scuola. Ricevo qualche messaggio su messenger. Limito l'uso di stati su whatsapp, sia mai che qualcuno si offenda vendendomi in qualche cosa affaccendata. Mi piaceva instagram, seguivo alcuni attori, le mie serie preferite, facevo qualche foto carina. E niente ora mi tocca abbandonare anche quello. Il blog è sotto pseudonimo e spero che l'anonimità resti intatatta, poi di cosa parlo? Di libri, delle mie esperienze di lettura, ormai mi autocensuro anche qui.
Vorrei ma non posto, diceva J Ax qualche tempo fa con Fedez, e io mi sento in gabbia.
Non che sia obbligata al silenzio, ma tutto quello che cade in rete non è più tuo e può essere usato contro di te e in questo momento tutto è usato contro di me. Anche un silenzio diventa assenso. In questa epoca dove impera una brutta filosofia buonista e radical chic il "buono" non è più identificabile e non si sa mai se il tuo comportamento è classificabile come buono o come cattivo. Quando non imponi un ragionamento preconfezionato alla massa ma aiuti a pensare e a ragionare sei pericoloso e comunque vieni identificato come pericoloso. LA cultura fa paura mentre l'ignoranza va coltivata. In questo mondo che così ragiona io non mi trovo. Ha ragione solo chi urla più forte. Io mi trovo a urlare forte in alcune situazioni, in altre non riesco e mi trovo spaurita e sono con un Manuale di distruzione, si scritto attaccato, sempre come canta Fedex, in mano. E non riesco a trovare via d'uscita se non la distruzione. Perchè mi sento violata, violata nella mia libertà d'espressione. Non sono libera d'esprimermi, come invece ogni cretino lo è. Umberto Eco diceva che internet ha dato voce ai cretini, agli scemi del villaggio, che ora hanno diritto di parola, ma forse non ha vissuto abbastanza per vedere imbavagliare coloro che hanno un opinione valida e vengono zittiti dai cretini. Perchè a volte mi vien voglia di dire la mia, ma piuttosto che parlare preferisco stare zitta per non dare occasioni all'orda degli scemi del villaggio sempre con la parola pronta. E mi sento violata nella mia libertà d'espressione.
Spero passi.
Spero di ritrovare la forza.
Vorrei ma non posto, diceva J Ax qualche tempo fa con Fedez, e io mi sento in gabbia.
Non che sia obbligata al silenzio, ma tutto quello che cade in rete non è più tuo e può essere usato contro di te e in questo momento tutto è usato contro di me. Anche un silenzio diventa assenso. In questa epoca dove impera una brutta filosofia buonista e radical chic il "buono" non è più identificabile e non si sa mai se il tuo comportamento è classificabile come buono o come cattivo. Quando non imponi un ragionamento preconfezionato alla massa ma aiuti a pensare e a ragionare sei pericoloso e comunque vieni identificato come pericoloso. LA cultura fa paura mentre l'ignoranza va coltivata. In questo mondo che così ragiona io non mi trovo. Ha ragione solo chi urla più forte. Io mi trovo a urlare forte in alcune situazioni, in altre non riesco e mi trovo spaurita e sono con un Manuale di distruzione, si scritto attaccato, sempre come canta Fedex, in mano. E non riesco a trovare via d'uscita se non la distruzione. Perchè mi sento violata, violata nella mia libertà d'espressione. Non sono libera d'esprimermi, come invece ogni cretino lo è. Umberto Eco diceva che internet ha dato voce ai cretini, agli scemi del villaggio, che ora hanno diritto di parola, ma forse non ha vissuto abbastanza per vedere imbavagliare coloro che hanno un opinione valida e vengono zittiti dai cretini. Perchè a volte mi vien voglia di dire la mia, ma piuttosto che parlare preferisco stare zitta per non dare occasioni all'orda degli scemi del villaggio sempre con la parola pronta. E mi sento violata nella mia libertà d'espressione.
Spero passi.
Spero di ritrovare la forza.
Mi spiacerebbe non leggerti più, anche se spesso parli di libri che poi non leggo mi apri comunque delle finestre. Quando parli di scuola confronto quello che scrivi con la mia carissima amica insegnante e vedo che condividete difficoltà crescenti e spesso avvilenti. Per caso quest'estate sono stata nella tua città e sono stata al mare a Palmaria anche perché tu ne avevi parlato. Spero che tu vada avanti perché hai un posto qui e mi spiacerebbe che lo lasciassi vuoto!
RispondiEliminaContinuerò a Scrivere, non mi farò portare via anche questo ultimo spazio. Solo che ci rimango molto male quando accadono certe cose, dovrei aver ormai la corazza invece ci casco sempre. Forse sono troppo sensibile.
EliminaNon amo i social per niente, ho un profilo ci condivido i post del blog e del sito e basta, Non mi viene di dire la mia li dentro perché io ho bisogno di parlare con un interlocutore e nei social non è detto che ci sia, quello che vediamo è spesso taroccato, in alcuni casi falso dall'inizio alla fine, ecco non mi interessa parlare a "quell'interlocutore". La mia opinione io devo dirla a qualcuno che guardo negli occhi.
RispondiEliminaCon Facebook ho ritrovato un sacco di persone lontane, sai per chi come me è cresciuta in caserma e vedeva ogni anno gli amici partire è stato un buon modo per ritrovarsi e tenersi in contatto. Lo stesso vale per gli studenti, una volta diplomati almeno ci teniamo in contatto. Io li vedo, loro mi vedono. È questo che mi piace dei social, peccato che ci sia tutto il resto... che proprio non mi piace.
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