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Fuori dal gregge


Sento che questo mondo mi appartiene sempre meno e che ho bisogno di essere una persona diversa, una persona trasgressiva. Quindi ho deciso di essere fuori dal gregge.

Domenica sono andata alla messa, anzi è la seconda volta di seguito che ci vado, e mi sento bene. Ho ascoltato l’omelia e l’ho fatta mia. Dopo la messa mi sono sentita felice, perché comunque Dio è l’oppio dei popoli,  Quando ci ripenso sono comunque felice, perché in quel gesto ritrovo la tradizione della mia famiglia, e mi sento felice e in pace.

Trovo pace nella lettura dei classici. Ho letto Sallustio. Oggi ho iniziato Tacito. In questi testi trovo pace e mi rilasso davvero. Trovo qualcosa che mi manca. Trovo anche consolazione. Nella correttezza della lingua trovo una pace che non so descrivere. Nella trasmissione del sapere mi sento davvero in pace con me stessa.

Difendere quel minimo di sapere che ho conquistato negli ultimi anni mi piace, non so tutto, ma so qualcosa. Ci sono stati momenti in cui non sapevo, ma ora qualcosa so, e quel che so lo difendo con i denti, anche di fronte a tutta l,ignoranza che oggi c’e. Posso migliorare e miglioreró, ma quel che ho lo devo difendere.

Mi sento alternativa ad esser normale, ad esser come si era una volta. A comprare lo zucchero bianco, la farina 00, a non vedere complotti da nessuna parte, ad accettare la vita così come viene, senza terrapiattisti, vegani, fruttariani, extraterrestri. Come se oggi il voler essere alternativi fosse la vera moda ed essere normali senza pretese, come sono io, sia davvero un modo per romper con il conformismo urlato in questa vita social e antisocial attentamente ostentata ma da far apparire riservata.
E io cerco di esser normale. In un mondo dove la normalità non è più accettata.

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