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Riflessione scaturita dalla comparazione dei libri di testo


Per un insegnante il libro di testo è fondamentale. In questo periodo siamo chiamati a valutare se cambiarli o meno. Io ho il mio preferito da anni e lo trovo adatto a me e a quello che chiedo, ma ogni tanto arriva qualcosa di nuovo e lo guardo con curiosità.
In questi giorni mi è arrivato un testo che è stato definito enciclopedico, e di fatto lo è. Non va bene per il mio indirizzo, ma è bello da sfogliare e consultare. Guardandolo ho pensato che alle superiori avrei voluto avere un libro così. Pieno di schemi, ricostruzioni grafiche ma anche di foto. Forse se avessi avuto così tante foto dei templi greci non mi sarei mai appassionata alla storia dell’arte. Sul mio libro c’erano solo le piante  e poche foto, credevo che la Grecia fosse piena di templi completi, bianchi lucenti di marmo, soprattutto quasi del tutto interi. La mia immaginazione galoppava in questo fantastico mondo, altro che unicorni! Per me c’erano i templi nella loro magnificenza. Peccato poi scoprire che di molti di essi esisteva solo il crepidoma e magari una sola colonna a cui era stata praticata l’anastilosi. Se avessi avuto un libro così completo forse la mia fantasia non sarebbe corsa così in avanti, chissà. Ma i miei erano tempi diversi, senza internet, e ti dovevi fidare di ciò che dicevano i libri.  
Non lo so se mi sarei interessata così tanto all’arte se ci fossero stati allora i mezzi di oggi. Internet, iPhone e iPad, intendo. Probabilmente la mia vita avrebbe preso una strada diversa, anche negli interessi personali. 
Comunque ora che sono “grande” la mia passione rimane l’antichità in genere, dall’archeologia alla letteratura. Ho sempre detto che per me il mondo perde interesse a partire dal 1815 in poi. Ho messo un paletto al congresso di Vienna, quello che c’e Dopo non mi coinvolge mai veramente a parte alcuni casi specifici come Picasso, Gaudì, Mucha, Gauguin, Modigliani e altri... letteratura e moda sono diversi, li mi trovo bene anche nel 900.

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