Mi piacerebbe poter vivere tutta la mia vita in questa grande casa. Quattro stanze da letto, sala e salotto, cucina e due bagni. Cantina, stallone e metato. Grande terrazza che da sulla valle e un gradevole profumo di letame che si irradia in tutta la casa.
Un grande camino sempre acceso, zie che abitano vicino vicino e le bambine a correre tra una e l'altra lasciandomi fare i lavori di casa e che ritornano più nere delle zingare.
Una grande casa senza tv.
Una casa dove la notte è nera e silenziosa.
Questo si che è il paradiso.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
E direi che il panorama rende l'idea!!!!
RispondiEliminaQuesto pero è meraviglioso
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