Ieri ho letto Esiodo in un luogo magico, dove un tempo sorgeva un tempio dedicato a Venere, leggendo della sua nascita non potevo pensare che a questo dipinto:
Le vergogne, cosí come pria le recise col ferro,
dal continente via le scagliò nell'onde sono mare.
Cosí per lungo tempo nel pelago errarono; e intorno
all'immortale carne sorgea bianca schiuma; e nutrita
una fanciulla ne fu, che prima ai santissimi giunse
uomini di Citèra. Di Cipro indi all'isola giunse.
E qui dal mare uscí la Dea veneranda, la bella;
ed erba sotto i piedi suoi morbidi crebbe; e Afrodite
la chiamano gli Dei, la chia mano gli uomini: ch'ella
fu dalla spuma nutrita: Ciprigna anche è detta, da Cipro
ov'ella anche approdò: Citerèa perché giacque a Citera;
e genïale perché dalle membra balzò genitali.
Compagno Amor le fu, la seguí Desiderio leggiadro,
quando ella prima nacque, dei Numi avanzò fra l'accolta.
Tal da principio onore possiede, tal sorte prescelta
a lei fu tra le genti mortali e fra i Numi immortali:
i virginali colloquî d'amore, ed il riso e gl'inganni,
ed il soave sollazzo, coi baci piú dolci del miele.
E il padre, Uràno grande, chiamava Titani i suoi figli
ch'ei generò: distinti li volle d'un nome d'oltraggio,
perché, ligi ad empiezza, compiuto un immane misfatto
avevano essi; e il fio dovrebbero un giorno pagarne.
A mio modesto avviso tutti dovrebbero ricevere una educazione di tipo classico, i greci come i latini hanno veramente tanto da insegnarci anche dopo più di 2000 anni, ma presuntuosi come siamo crediamo di poterne fare a meno.
Pensiamo di poter fare a meno di Esiodo, ma non è così, lo crediamo, ma ne abbiamo un infinito bisogno.
Inutile dire che Esiodo ci narra di un Eros diverso da quello della tradizione, amante e non figlio di Venere, che naturalmente Botticelli omette in questa versione rifacendosi piuttosto alla filosofia Neoplatonica che alla letteratura Greca.
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