Questo libro mi è stato consigliato da una collega in un momento di impasse, solo che è rimasto per molto tempo nel kobo in attesa di essere letto, mentre ora che sto leggendo qualsiasi cosa mi sia rimasta da leggere, è arrivato il suo turno.
Del libro è stata tratta una versione cinematografica, che già possiedo e non so se vedrò. Mi è apparso già così duro il libro, che non ho voglia di vedere sullo schermo quello che già si fa fatica ad immaginare, quello che mai non si vorrebbe sentire.
Perché Antonia ci narra lo sterminio della sua gente, gli Armeni.
Lo sterminio degli Armeni è uno dei tanti momenti bui della nostra storia, un momento che si vorrebbe nascondere, ma che in questi momenti proprio non si può. Irrompe con forza nell'opinione pubblica e si scoprono tante di quelle atrocità fin troppo nascoste.
Sono dell'opinione che ogni dramma, ogni sterminio, ogni deportazione andrebbe conosciuta, studiata e rispettata, perché cose del genere non accadano più, invece si tende a nascondere, a far finta che certe cose non siano mai avvenute.
Anni Venti: storia di una famiglia che vive in Armenia e che in attesa dell'arrivo di parenti trasferiti in Italia restaura una masseria per accoglierli. Ma la guerra e il genocidio sotto cui soccomberà il popolo armeno faranno sì che l'incontro con questi familiari italiani non avverrà mai. Sarà anzi uno dei più giovani, unico maschio sopravvissuto, a raggiungere l'Italia e a dare inizio a una speranza per la famiglia e il popolo che rappresenta.
Commenti
Posta un commento