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Il Labirinto, Giorgio Caproni


Quest'estate sto leggendo di tutto, specialmente cose che mi porto avanti da anni e sono rimaste lì per anne senza essere lette. Avevo comprato questo libro dopo l'esame di Letteratura Italiana Contemporanea e non so perché non l'ho mai letto. Il mio professore aveva dato una lunga lista di libri da leggere e io avevo scelto Vittorio Sereni, la Viganò, Marcello Venturi e altri che ora non ricordo, ma Caproni no. E' rimasto lì per tutti questi anni e proprio quest'estate ho deciso di leggerlo.

Certo è un libro di un certo spessore.
3 Racconti lunghi sulla guerra, molto poetici, con lessico ricercato, un vero piacere leggerli.

Questi libri mi mettono su un po' di tristezza. Ho iniziato a leggere tardi, a 16 anni, e mi sono persa tantissime cose. Spero che le mie figlie, abituate a leggere già i tenera età sappiano apprezzare prima di me certi capolavori della letteratura.

E ora ho anche capito il perché di quel 29 all'esame. Cercavo di sostenere la grandezza dell'Agnese  va a morire rispetto a tanta letteratura partigiana. Solo ora ho capito dove sbagliavo. Studiare la critica è necessario, ma solo leggendo i testi si capisce davvero cosa stai studiando. Peccato che l'ho capito tardi, vorrei fare l'università adesso, con la mia consapevolezza.





Il primo dei tre racconti di questo volume, Giorni aperti (scritto nel '40), ha per protagonista un giovane soldato alle prese con l'esperienza della guerra: una situazione vissuta con terrore ma anche come un'avventura, con il gusto picaresco di una scommessa sulla scoperta della vita. Labirinto (composto durante la guerra) racconta la crudele caccia fratricida che conclude la fuga verso la salvezza di quattro partigiani. In Il gelo della mattina (che risale invece all'immediato dopoguerra) vediamo infine un uomo costretto a confrontarsi con l'ineluttabile, la morte della moglie, combattuto tra la propria viltà e un opposto sentimento di pietà, tra l'agitarsi di desideri inconfessabili e il peso del rimorso.
Non è difficile cogliere in queste pagine le ragioni dell'arte di Caproni: percorse da una sottile vena autobiografica, documentano infatti il cammino verso una diversa forma di coscienza e una più matura consapevolezza dell'esistente.

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