Ho scelto questo libro perchè mi ha richiamata la copertina. Le edizioni Neri Pozza sono sempre così accattivanti che non so resistere. Poi in un secondo tempo ho scoperto che Julian Fellowes è lo sceneggiatore del mio telefilm preferito in questo momento: Downton Abbey.
In un terzo momento ho scoperto che è il romanzo giusto per la Reading Challange 2017, infatti la narrazione si svolge in tre differenti tempi: nel presente, nel 1968 e nel 1970.
Il romanzo narra il declino dell'aristocrazia inglese, lo stesso tema di Downton Abbey infondo, solo che quelle che nel telefilm sono solo paure in questo libro sono tristi realtà.
E' stata una lettura noiosa, non lo nascondo. La trama è ridondante, continua a dire le solite cose e alla terza ripetizione mi sono anche un po' annoiata. Si è sempre al solito punto e aggiunge particolari insignificanti. La risoluzione dell'intreccio lascia anche un po' l'amaro in bocca, non lo nascondo.
Questo libro non mi ha coinvolta fino in fondo, anzi... eppure sono qui a consigliarlo per la Challange, ma come dico spesso bisogna accettare i libri che non ci sono piaciuti perchè ci aiutano a capire meglio i nostri gusti di quelli che ci piacciono.
Damian Baxter ha fatto davvero fortuna. Il suo nome compare spesso sul Sunday Times, nelle pagine della finanza. Con tutta la sua ingente fortuna, Baxter, però, non può nulla contro la malattia che lo sta consumando. Cancro al pancreas inoperabile, tre mesi di vita o giù di lì: è la sentenza accolta con britannico aplomb. L'unica cosa che gli rimane, nel poco tempo a disposizione, è esaudire un desiderio che si è fatto strada nella sua mente molti anni dopo l'arrivo di una lettera anonima: sapere se esiste da qualche parte un altro Baxter, un giovanotto cui lasciare il suo patrimonio, cinquecento milioni di sterline al netto delle imposte di successione. Quando si è sposato non ha tardato a scoprire la sua sterilità, conseguenza di una parotite che si era beccato durante un avventuroso viaggio giovanile in Portogallo. Ma prima della sfortunata malattia? Del resto, stando alla lettera a firma "La matta" che gli era arrivata, proprio una cosa simile potrebbe essere accaduta. Perché dunque non appurare la verità? Chiedendo l'aiuto magari del vecchio amico di Cambridge, lo scrittore non-troppo-famoso che sta con un'agente immobiliare irlandese? Certo, ci ha litigato con lo scrittore, durante un'esplosione di giovanile e incontrollata collera, acuita poi a bella posta dal desiderio di bruciarsi i ponti alle spalle. Ma chi altri potrebbe dargli una mano, visto che Damian Baxter non ha amici, poiché l'amicizia è sempre stata per lui un "tipo di rapporto incomprensibile"?
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