Il primo libro non mi era piaciuto troppo, il film l'ho amato, questo è totalmente illeggibile e tremendo. Il tempo per dedicarmi ai libri è "finito" nel senso che non è eterno e devo scegliere accuratamente cosa leggere, impiegare il mio tempo al meglio. Dopo questa lettura penso che non leggerò mai più un libro di Jojo Moyes nonostante ne abbia almeno 4 nel kobo. E' vero, mai dire mai, ma comunque per ora non ne leggerò più, un giorno chissà potrei avere solo uno dei suoi e leggerlo per mancanza d'altro.
Da questo momento scriverò giudizi severi che implicano lo svelamento totale della trama, per cui se non avete letto il libro, ma avete intenzione di farlo non leggete oltre.
Non ho mai accettato il suicidio assistito di Will.
A mesi di distanza avevo creduto che il libro non mi era piaciuto per questo unico motivo, infatti il mio post verte solo ed unicamente sulla decisione di Will.
Poi ho visto il film e mi è piaciuto da morire, veramente tanto da decidere di leggere il seguito, anche se ero titubante.
Ho fatto una fatica infinita a finirlo. L'ho trovato noioso, ridondante, per certi versi assurdo e troppe volte assolutamente slegato dal libro precedente. Un mix malassortito tra Briget Jones e Rebecca Bloomwood e tutte le donne immaginate da Madaleine Wickam/Sophie Kinsella.
Io mi sarei aspettata che Clark cogliesse il momento e diventasse se stessa, che il sacrificio di Will servisse per lo meno a redimerla e farla rinascere, la immaginavo studentessa di moda coi soldi che le ha lasciato. Invece no, si accartoccia su se stessa peggiorando la sua situazione. La cosa più brutta che poteva immaginare l'autrice è la figlia di Will, Lily. La sua presenza rende ancora più terribile la scelta di far morire Will, una scelta davvero insensata. Se solo non fosse morto forse avrebbe avuto una ragione per reagire? Una ragione per accettare la sua disabilità? Non si fa altro che parlare di integrazione, accettazione, perché scegliere la via più semplice?
Perché quindi insinuare questo dubbio nel lettore, un dubbio forte soprattutto per chi non ha accettato la scelta del suicidio assistito, per altro vietato per legge in moltissimi paesi oltre che dalla morale religiosa di molti.
Quindi Clarke oltre ad avere una vita di merda, di soffrire perché non c'è più Will si incasina ancora di più. Cade dal tetto, si frattura e il femore e altre ossa ma conosce il suo salvatore e nuovo amore, Sam, paramedico/eroe. La commedia dell'assurdo.
E poi come finisce ? Con un finale sospeso. Louisa parte per gli USA, prevedo un terzo libro, o per lo meno un finale aperto per cavalcare il successo sentimentale suscitato dal bel film. Una bella serie di 4/5 libri per guadagnare.
Per questo motivo non leggerò altri suoi libri. Dedicherò il mio tempo ad altri.
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