Ieri Vittoria, piuttosto amareggiata, mi ha detto: a scuola nessuno ha parlato del giorno della memoria.
Quest'anno cade di sabato, molte scuole sono chiuse, ma proprio per questo le iniziative sono state anticipate di qualche giorno per fare riflettere i ragazzi sul tema.
Mi rendo conto che talvolta, specie coi bambini, è difficile parlarne, ma ultimamente sono stati fatti tanti film e libri che spiegano in maniera corretta e adatta ad ogni età il significato di questa giornata.
Dopo anni di interrogativi ho iniziato a parlarne in casa con le bambine, ho riflettuto su quali fossero i film o libri da proporre loro per iniziare a parlarne e con Vittoria, che fra poco farà 11 anni siamo già ad un buon livello di discussione. Lei ha letto già 3 libri, tra cui il Diario di Anna Frank. Forse la sua riflessione su Anna Frank in autunno l'ha portata a porsi ieri sera questa domanda: perchè non ne abbiamo parlato a scuola?
Io come sempre le ho dato la mia risposta: per un adulto non è facile parlare di queste cose con un bambino, un adulto vorrebbe sempre proteggere i bambini dal male del mondo.
Ma in prima media è corretto parlarne. Almeno un'ora. Come parli dell'autunno o dell'inverno così dovresti parlare dello sterminio nazista. Di quello che l'uomo arriva a fare ad un altro uomo. Perchè solo attraverso la conoscenza e il ricordo le barbarie possano non ripetersi.
Ma ho come l'impressione che in questi tempi la cosa che fa più paura sia la conoscenza e il ricordo in genere e faccia più comodo avere una massa ignorante e obbediente.
Quindi noi genitori abbiamo il compito di mantenere nei nostri figli sempre la sete della conoscenza, la voglia di imparare, la curiosità, anche di cose scomode, cose difficili da spiegare, cose che fanno male, cose che vorremmo evitare di fargli conoscere.
Siamo noi genitori che non dobbiamo crescere pecore o automi, non demandiamo il compito di educare i nostri figli a nessuno, facciamolo noi, come accadeva una volta.
Quest'anno cade di sabato, molte scuole sono chiuse, ma proprio per questo le iniziative sono state anticipate di qualche giorno per fare riflettere i ragazzi sul tema.
Mi rendo conto che talvolta, specie coi bambini, è difficile parlarne, ma ultimamente sono stati fatti tanti film e libri che spiegano in maniera corretta e adatta ad ogni età il significato di questa giornata.
Dopo anni di interrogativi ho iniziato a parlarne in casa con le bambine, ho riflettuto su quali fossero i film o libri da proporre loro per iniziare a parlarne e con Vittoria, che fra poco farà 11 anni siamo già ad un buon livello di discussione. Lei ha letto già 3 libri, tra cui il Diario di Anna Frank. Forse la sua riflessione su Anna Frank in autunno l'ha portata a porsi ieri sera questa domanda: perchè non ne abbiamo parlato a scuola?
Io come sempre le ho dato la mia risposta: per un adulto non è facile parlare di queste cose con un bambino, un adulto vorrebbe sempre proteggere i bambini dal male del mondo.
Ma in prima media è corretto parlarne. Almeno un'ora. Come parli dell'autunno o dell'inverno così dovresti parlare dello sterminio nazista. Di quello che l'uomo arriva a fare ad un altro uomo. Perchè solo attraverso la conoscenza e il ricordo le barbarie possano non ripetersi.
Ma ho come l'impressione che in questi tempi la cosa che fa più paura sia la conoscenza e il ricordo in genere e faccia più comodo avere una massa ignorante e obbediente.
Quindi noi genitori abbiamo il compito di mantenere nei nostri figli sempre la sete della conoscenza, la voglia di imparare, la curiosità, anche di cose scomode, cose difficili da spiegare, cose che fanno male, cose che vorremmo evitare di fargli conoscere.
Siamo noi genitori che non dobbiamo crescere pecore o automi, non demandiamo il compito di educare i nostri figli a nessuno, facciamolo noi, come accadeva una volta.
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