Per me questo libro ha un sapore nostalgico, perchè questo è il tipo di romanzi che apprezzavo da giovane, quando ero alle prime esperienze di lettura tra i sedici e i dicianove anni. Apprezzavo i romanzi tra 800 e 900, soprattutto quelli stranieri perchè erano tradotti e le traduzioni usavano una lingua facilmente comprensibile, metre l'italiano di romanzi come I promessi Sposi in quei tempi mi pareva così difficile (oggi tutta questa difficoltà non la trovo più ma da piccola davvero mi spaventava). Poi i romanzi di formazione mi piacevano davvero tanto, anche oggi è il mio genere preferito, ma allora li adoravo tanto.
Peccato che nessuno mi abbia mai presentato Henry James allora.
Allora non c'era internet e non potevo davvero compiere da sola la mia educazione letteraria come faccio ora per esempio, spulciano siti alla ricerca dei libri più importanti delle varie letterature straniere che mi affasciano.
Quando avevo sedici anni mi fidavo dei consigli del mio professore di Italiano e degli amici che come me iniziavano ad apprezzare la lettura. Insomma era un tempo difficile perchè alcuni di loro avevano dietro una famiglia "che aveva studiato" e l'accesso ai libri per loro era davvero facile. Ricordo il mio amico Andrea che leggeva molto e cose complicate che gli dava sua mamma, molto tempo dopo ho scoperto che sua mamma era un'insegnante di Italiano. I miei genitori leggevano poco, mio padre non credo abbia mai letto un romanzo in vita sua, la mamma leggeva allora soprattutto gialli e io non li ho mai sopportati, non riesco a leggerli neanche ora a più di venti anni di distanza. Ricordo che chiedevo al prof, oppure spulciavo il libro di letteratura alla ricerca di buoni consigli. Qualche volta lo zio di nascosco mi allungava qualche libro, mi dava qualche consiglio... ah se avessi potuto avere consigli di lettura da mio zio liberamente forse oggi avrei gusti diversi!
Dopo questa lunga dissertazione sulla mia gioventù letteraria forse devo dire qualcosa del libro?
Bello, molto bello, semplice e scorrevole ma ho colto delle somiglianze con Il Piacere di D'Annunzio. Uno è uscito nel 1878 e l'altro del 1889...
Il piacere di D'Annunzio è tutto un altro libro, altro livello lessicale e altri temi intrecciati, ma certi particolari di Daisy Miller me lo hanno proprio ricordato da vicino.
Henry James affronta in alcuni dei suoi romanzi la rappresentazione del confitto tra i due opposti della
rozza semplicità e innocenza americane, da un lato, e
della raffnatezza e corruzione dell’Europa e ha pure scritto un saggio sul Piacere di D'Annunzio.
Peccato che abbia messo nella mia vita il capitolo letteratura solo come piacere e non come materia di studio, perchè sempre più spesso mi viene voglia di studiare ancora... mi sembra di aver fatto l'università in maniera davvero superficiale.
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