Da giorni siamo appesi ad un filo, dopo le chiusure fatte per “goderci il Natale” un po’ di respiro, poi di nuovo l’incertezza per i giorni di festa, nonostante le promesse il Natale sarà negato. Ogni volta che si profila una chiusura si invoca una scadenza successiva, in questo caso l’apertura delle scuole. Ma lo so che il 31 o giù di lì ci diranno che questo non è possibile, un cliché che si ripete.
A Roma stanno decidendo se possiamo passare un Natale dignitoso o un Natale in solitudine.
Questa continua incertezza genera il male di vivere.
Inizio a sentire il disagio palpabile nelle persone che mi circondano. Una vita limitata, la voglia di starsene a casa, la mancanza di dialogo genera incomprensioni. Tutto crolla e ognuno cerca il proprio angolo di felicità dove può e purtroppo spesso non coincide con quello di chi sta attorno. Sono giorni davvero difficili, dove non si sa come procede se non per prove ed errori. Spesso si incappa in errori.
La voglia di cedere a false teorie, ma in qualche modo confortanti, è tanta. La limitazione delle libertà personali è davvero insopportabile e potremmo arrivare ad un punto in cui non le sopporteremo più, nemmeno in nome della salute. Vivere da malati per paura di ammalarsi non è vita, ci hanno insegnato che la libertà è tutto.
Troppi pensieri si affollano, ma tanto so che silenziosamente accetteremo tutto.
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