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La challenge pericolose sui social

 Artemisia, mamma di una bambina di 10 anni.

Artemisia, ha concesso al compimento del 10* compleanno uno Smartphone senza sim alla sua bambina.

Artemisia si riconosce nei genitori di Antonella e non sa ne cosa dire ne cosa fare.

Artemisia non si sente di giudicare quei poveri genitori, perché li sente così simili a lei.

Artemisia è preoccupata anche se ha fiducia in sua figlia, anche se sua figlia non è iscritta a nessun social ma usa solo hangout, Meet, YouTube e Spotify. 

Perché sono preoccupata? Perché dal 24 febbraio 2020 c’è stato un totale abbandono dei bambini da parte delle istituzioni. Li hanno privati di tutto, della scuola, dello sport e della musica. Li hanno costretti a mantenere i rapporti solo via telematica e non c’è stata nessuna proposta per intervenire sui loro disagi. Io vedo ogni giorno il disagio crescente di mia figlia. 

Il dolore per un lutto Covid avvenuto in casa di riposo, ed è straziante non poter dire addio, non poter elaborare il lutto con i piccoli gesti millenari della sepoltura. Ricordo che fra le torture ideate dai nazisti c’era proprio la cancellazione del rito ebraico della sepoltura, mi dicono sempre di non fare paragoni, ma se vuoi levare l’identità ad una persona puoi iniziare levando la possibilità di accompagnare i defunti nell’aldilà. Una sepoltura Covid è tragica credetemi.

Il dolore per non poter stare più con gli amici, una bambina abituata alle grandi compagnie, alle attività di gruppo che si trova sola.

Il dolore di non poter più praticare sport, non si può descrivere la delusione di un bambino di fronte alla palestra chiusa.

Il dolore per non poter più frequentare il conservatorio, non poter più suonare... e per chi suona la viola suonare da solo non è la stessa cosa che suonare insieme ad altri archi.

Il dolore di dover stare 8 ore seduti fermi in classe, non poter più giocare al lupo e alle pecore e tutti quei giochi tipici dei cortili.

Dolore sommato a solitudine, contatti solo virtuali, ditemi se a 10 anni non perdi il contatto con la realtà è ti chiudi in un mondo virtuale.

Sii genitori dovrebbero vigilare, ma non sempre è possibile. In qualche modo speri che il video, il balletto, possano lenire il crescente dolore esistenziale e speri che basti a sostituire tutto quello che era prima e ora è impossibile.

Io non so cosa dire, non ho soluzioni, solo un grande dolore perché questa generazione che chiamano Z sta perdendosi e non ha davvero modo di non farlo, nonostante genitori forti come rocce.

Invidio chi dice “ah il mio no!”, perché io non riesco a dirlo.

Invidio chi dice “ io so tutto quello che mia figlia fa”, quello lo so anch’io, ma non sono certa di sapere fino in fondo quello che mia figlia sente, perché il suo disagio è davvero grande.

Per me essere genitore è difficilissimo, mi auguro sempre di non sbagliare,ma i danni sono sempre dietro all’angolo.

Commenti

  1. Noi genitori in coscienza cerchiamo di fare il meglio possibile, ma le incognite sono tante... non esiste una strada o un metodo sicuro al 100%, dobbiamo solo esserci e sperare... e ogni figlio è diverso dall'altro, non ci sono regole universali. Ti capisco e ti abbraccio. atapo

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