Passa ai contenuti principali

una selva di regole che limitano le libertà personali

 


Inizio a non sopportare più questa situazione di DPCM che escono a orari folli e non sopporto più tutta l'incertezza intorno alla situazione Corona Virus. La mia vita, come quella di tutti è stata stravolta, inizialmente credevo che ne valesse la pena, poi ho capito che la situazione non avrebbe migliorato le persone, anzi ha fatto uscire la loro vera natura.

Pian piano ho capito chi non voglio più avre vicino, io sono sempre la stessa, ma ho aperto gli occhi a nuove realtà che un anno fa non vedevo. Oggi mi trovo in bilico. Non so se rivoglio quello di prima, che oggi mi appare falso. Però mi manca uscire la sera, fare gite fuori porta, weekend nelle città d'arte.
Ogni giorno quando non faccio qualcosa penso a coloro che ci perdono. Al ristoratore, al gestore di case vacanza, ai musei. Tutte persone che perdono proventi dalla mia immobilità e solo ora mi rendo conto del danno economico che direttamente e indirettamente causo. Cosa darei per una pizza in pizzeria, alla sera, non ricordo nemmeno l'ultima pizza che ho mangiato. Si penso spesso alla salute altrui, anche noi in famiglia abbiamo avuto due decessi, ma penso anche ai vivi, a quelli che stanno perdendo tutto perchè non hanno la possibilità di lavorare. Sto aprendo gli occhi sui disagi di chi mi sta attorno e inizio a intuire il divario sociale che si sta aprendo ed è devastante.

Inizio a non sopportare più che mi si vieti di andare a casa mia, alla fattoria, sono mesi che non mi è permesso fare quei 45 km che mi separano dalla mia casa, dalla possibilità di andare al cimitero dai miei nonni. 45Km, non sono tanti, ma per chi come noi abita in una città di immigrati dalle campagne circostanti per di più in un confine amministrativo fra 3 regioni che non rispecchia l'identità delle persone è una situazione davvero dura. Per anni hanno parlato di Lunezia, proprio perchè il territorio della Lunigiana storica non può essere diviso fra 3 regioni e tre provincie. Le persone che appartengono a questo territorio oggi non possono più far ritorno alle proprie origini per l'impossibilità di varcare i confini regionali. E così sono divisi gli affetti, nipoti e nonni, ma anche fidanzati. Il confine regionale è labile da queste parti, la continuità dell'abitato travalica confini comunali, e soprattutto regionali. L'assurdità è che non posso andare alla fattoria a 45 km di qui ma posso agevolmente andare a Imperia, 221 Km da casa e perfino fino a Ventimiglia. Io così proiettata verso la Toscana sto soffrendo parecchio a non poterci andare. E' più facile per noi trovarci a Pisa o a Lucca, persino a Firenze piuttosto che a Genova.

Capisco che è una Pandemia, ma ho come l'impressione che altrove le libertà personali non siano così profondamente toccate come da noi. Anche perchè in Italia c'è la mancanza di regole certe. Perchè l'escamotage è sempre dietro l'angolo. Si è vero che è vietato fare delle cose, ma spesso c'è il modo per aggirare. Così è facile che io mi limito e rimango a casa nel rispetto della normativa vigente, mentre il mio vicino esplori tutti i "permessi " possibili e goda di una libertà inaspettata. 

Mi arrovello in tutte queste questioni inutili e sto male. 
Ho solo un desiderio: che tutto finisca.

Commenti

Post popolari in questo blog

Skopas, Menade Danzante

Fino ad ora ho aggiunto a questa mia collezione privata opere che in quel determinato momento significavano qualcosa per me, magari perché le stavo spiegando in classe o perché stavo leggendo un libro. In seguito ho aggiunto due filoni tematici che mi hanno sempre affascinata: i baci e le donne in bianco. Ma di opere che amo fortemente ce ne sono poche. La Menade danzante di Skopas è una scultura che mi è sempre piaciuta tantissimo sin dal Liceo. Non ho ancora avuto la fortuna di andare a Dresda ad ammirarla dal vivo e mi sono sempre accontentata delle fotografie. La statua rappresenta una delle menadi, le fanciulle seguaci del dio Dioniso di cui ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una copia di età ro...

Risposta a una lettera di Helga

Capita che casulamente mi imbatta in un libro che mi piace. Qualchevolta. Finalmente ho trovato un libro che mi è piaciuto tantissimo, che mi ha preso come pochi, che mi ha regalato un paio d'ore fantastiche, si perchè quand mi imbatto in qualcosa di piacevole e interessante i libri mi scappano via tra le mani, così... velocemente. Questa è una lunga lettera a Helga, amore perduto di Bjarni. Bjarni ci racconta, ad un passo dalla morte, tutti i suoi rimpianti, i suoi dolori, il suo amore. MA anche la devozione per sua moglie e per la sua terra. Uno spettacolare viaggio in Islanda, l'Islanda brulla e fredda, ma anche magica. Terra quasi disabitata ma con grandi tradizioni magiche e pastorali. Bello, bello davvero, e l'ho sempre saputo, dal momento in cui l'ho incontrato in libreria. Questo libro, può tornare utile per la reading Challenge 2019: MI pacerebbe che se ne facesse un film , si presta molto. E' un libro di letteraura nordica , anche se non è proprio a...

Gli amanti, Magritte

Oggi ho scelto Gli Amanti di Magritte perché vorrei presentarvi nelle prossime settimane una serie di "baci". Inizio con questo perché oggi mi sento molto surrealista! :) Dell’opera esistono due versioni, entrambe datate 1928, la prima attualmente è conservata presso la National Gallery of Australia, mentre la seconda si trova al Moma di New York . Il quadro raffigura due amanti che si baciano appassionatamente, con le teste coperte da un panno bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare, suscitando una certa inquietudine e angoscia. La scena è poi completata da uno sfondo fortemente contrastato di tonalità di blu e dalla cornice classicheggiante che riveste la rossa parete, riportando agli occhi i tempi antichi. I due lenzuoli sono resi con un abile uso dei chiaroscuri, che sembrano riecheggiare i virtuosismi del peplo di una scultura ellenistica, e sono fonte di luce dell’intera opera. Questi drappeggi che paiono leggeri e appena appoggiati sui volti dei du...

Venere di Milo a cassetti

Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...

Ciao Giorgio

Come un flumine a ciel sereno, oggi la notizia della scomparsa di Giorgio Faletti. Mi piace ricordarlo così, nelle sue performance in Drive in come Vito Catozzo, Me lo ricordo come se fosse ieri quando con papà guardavo il Drive in e ricordo tutti i singoli personaggi.

Duchamp, Fontana

Per me questa è un'opera davvero importante. La sua analisi e la sua comprensione mi hanno aperto le porte del 900 che fino ad allora erano rimaste chiuse.  Capendo il gesto di Duchamp ho aperto la mente all'arte del 900.  Ho capito che prima di giudicare bisogna capire e conoscere.  E ormai legata a lei ci sono troppi ricordi, simpatici ovviamente, che sono scritti indelebilmente nella mia memoria e che mi saltano in mente ogni volta che la vedo.

Amore e Psiche

Canova rappresenta in  Marmo la favola di Amore e Pische tratta dalle Metamorfosi di Apuleio: Amore ama la fanciulla Psiche ma pone come condizione che ella non cerchi mai di vedere il suo volto visto che si presenta da lei solo di notte. Psiche spinta dalla curiosità e istigata dalle sorelle gelose manca al patto e cerca di scoprire chi sia il suo amante e il dio s’invola. Psiche, per ricongiungersi ad Amore dovrà superare una serie di ‘prove iniziatiche’, l'ultima consiste nel recarsi negli inferi e chiedere a Proserpina un po' della sua bellezza.

Io e Te, Ammaniti

ho letto questo libro in meno di un paio d'ore mentre mi riposavo dopo pranzo per la scuola. La mia collega ha deciso di leggerlo in classe, interamente. In questo momento non sono proprio pronta per leggere storie del genere. Ho bisogno veramente di idiozie e leggerezze, capita no? Eppure l'ho letto volentieri anche se i temi trattati sono molto forti e impegnativi. Viverlo in classe non sarà facile. Mi riprometto di vedere il film uno di questi giorni.

Vincent Van Gogh, donne che Raccolgono patate

Siamo abituati a vedere il Van Gogh che usa i colori brillanti, quello delle nature morte, dei paesaggi del midi, mentre non siamo per nulla abituati a guardare il Van Gogh "realista" quando ancora non conosce la pittura parigina e soprattutto Giapponese. Il Van Gogh realista che descrive la povera gente, i minatori, i mangiatori di patate e in questo caso le raccoglitrici di patate. Prive di ogni poesia, descritte con toni terrosi riceve su zappe e vanghe, con mani nodose e un piccolo cesto di patate da un lato. Povere in ogni cosa, anche nel loro raccolto.

Il Lamassù

In questi giorni si susseguono incessantemente notizie sulla distruzione di antichi siti mesopotamici nei territori sotto il controllo dell'Isis. Sono notizie che mi fanno accapponare la pelle, che mi dilaniano il cuore. E allora oggi vi presento il Lamassù, di cui ne rimangono diversi esemplari nei musei occidentali come al Louvre o a Chicago. Sono statue di grandi dimensioni che venivano poste in corrispondenza delle porte di ingresso delle città assire e dei palazzi reali  dove simbolicamente facevano da guardia contro gli spiriti maligni. Sono creature alate con il corpo di toro o di leone e il busto di uomo.