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Meno una manciata di ore

 

Sono già in ospedale, in una bella camera con vista su tutta la città, ma non la mia. Livia nascerà fra poco ma in una città diversa da noi. Una scelta difficile, ma necessaria. Da una parte l’orgoglio cittadino, dall’altra la necessità di avere cure mediche maggiori rispetto a quelle che potevo ricevere nel mio piccolo ospedale di provincia.

Per domani ho già il camice, la cuffia e la mascherina. Ho già dato alle ostetriche del nido tutto il necessario, qualcosa di nuovo e qualcosa delle tue sorelle, per sentirti meno sola, visto che le incontrerai fra chissà quanti giorni, tre quattro, cinque… Alle  7 devo scendere in sala operatoria e non so cosa succederà perché grazie al Covid le cose sono davvero diverse. Potremo rimanere con papà solo un paio d’ore, poi insomma per questi primi giorni ce la dovremmo cavare da sole e non so proprio come.

L’ostetrica del nido si è stupita di tutta la roba che ti ho portato, ma siamo sole, non si sa mai, meglio avere tutto. Sono già stata ricoverata più di quindici giorni con poco e niente, non voglio proprio ripetere. Dal tuo arrivo non so cosa aspettarmi, ci provo ma non ci riesco, vorrei solo gioia e felicità, il resto non mi interessa.

Ora cercherò di dormire in attesa di questa gioia che mi aspetta.


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