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Expo 58


Questo libro non mi ha particolarmente entusiasmata. La storia era anche carina, a volte però scontata. Devo ammettere che non regge il confronto con altri suoi romanzi come per esempio "La casa del sonno" che mi era piaciuta tantissimo ed è quello che preferisco in assoluto fra i suoi romanzi.


L'Exposition Universelle et Internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al suo culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del pub Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un mondo d'intrighi internazionali di cui diventa un'inconsapevole pedina.

Questa storia non mi ha mai coinvolta, non avevo proprio voglia di continuare e spesso me lo dovevo imporre. Non ho avuto proprio voglia di sottolineare nulla, avevo solo voglia di finirlo. Finirlo e metterlo via. I Personaggi sono piatti, non coinvolgono e non appassionano come la storia del resto è poco coinvolgente, i colpi di scena non sorprendono nessuno e tutto manca di spessore. Non c'è introspezione, ma allo stesso tempo non c'è nulla che possa renderlo un romanzo leggero per passare un po' di tempo divertendosi.
Peccato comunque che gli ultimi libri di Coe mi stanno deludendo alla grande. Dopo "La pioggia prima che cada" non ha scritto più nulla che mi sia piaciuta davvero.

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