Ho trovato sul web questa foto, con questa inquadratura insolita e ho voluta aggiungere alla mia personale galleria di opere d'arte lo strano e inconsueto volume a spirale decrescente verso il basso destinato agli spazi espositivi del museo di New York.
Frank Lloyd Wright è sicuramente uno degli architetti che preferisco, la sua opera fu continuamente tesa a creare un'architettura polemica verso gusti classicheggianti e stili omologanti imperanti negli Stati Uniti. Le sue opere mi ispirano da sempre libertà ma anche la loro aria sprezzante e contraddittoria mi intriga, basti pensare al Guggeheim: un piccolo edificio longitudinale che sfida i grandi grattacieli e si pone in maniera contraddittoria nello scacchiere delle vie di New York. Il museo già all'esterno presenta elementi di forte coinvolgimento per il passante: le fioriere a livello della strada, i cui bordi offrono l'occasione per sedersi, il grande aggetto curvo della fascia del primo piano che, incombendo sul marciapiede, sottolinea un motivo d'invito, la loggia sottostante al ponte di unione tra i due corpi di fabbrica del museo come mediazione tra esterno ed interno. All'interno lo spazio si libera secondo un movimento di continuità ascensionale fornito dalla spirale di sei piani di gallerie che si diramano a partire da una prima rampa il cui imbocco è segnato da una vasca posta nell'ampio vano centrale del piano terra.
Sicuramente è uno degli impianti più originali che la storia della museografia abbia mai conosciuto che per la prima volta poneva il problema del rapporto di fruizione con l'opera d'arte, il museo come mezzo di complicità emozionale, un'immagine che cattura e allo stesso tempo libera il visitatore di fronte alle diverse sfaccettature che l'arte pone come visualizzazione intrinseca della realtà.
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