Ho letto questo libro perchè è stato consigliato ad un bimbo di II media che conosco come compito durante le vacanze di Natale e mi hanno chiesto se era adatto. Ovviamente se è stato consigliato da un insegnante al proprio alunno sarà sempre e comunque adatto, ma visto che la scelta verteva su più titoli mi è stato chiesto un parere. Io ho detto la verità: "non l'ho mai letto". Però il ragazzo ha scelto questo perchè era quello più corto (ahimè... la scelta cade sempre sul numero di pagine) e quindi mi sono decisa a leggerlo, sia mai qualcuno in futuro mi chieda un giudizio.
Confesso, l'ho trovalto molto bello. Ho scritto più volte che non riesco a leggere libri crudi sulla Shoah da quando sono diventata "grande", troppa sofferenza, troppe domande, mentre trovo più adatti a me libri più soft senza dettagli, ma allo stesso tempo duri. Questo è un libro soft, senza scene cruente, senza spargimento di sangue, ma allo stesso tempo molto, molto duro.
E' un libello che scorre veloce, solo 100 pagine per un tema assai pesante, secondo me vale la pena di leggerlo. Ora cercherò anche i due titoli che insieme a questo compongono una trilogia: Un'anima non vile e ressurezioni.
E' un libello che scorre veloce, solo 100 pagine per un tema assai pesante, secondo me vale la pena di leggerlo. Ora cercherò anche i due titoli che insieme a questo compongono una trilogia: Un'anima non vile e ressurezioni.
Nel 1989 è stato tratto un film, magari poi lo vedrò, dopo aver letto gli altri due libri ovviamente.
Due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è
figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica.
Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un
anno dopo, il loro legame è spezzato. Questo accade in Germania, nel
1933... Racconto di straordinaria finezza e suggestione, L'amico
ritrovato è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato
in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna,
Germania, Israele, Portogallo. Ovunque lo stesso entusiasmo della
critica. "Un'opera letteraria rara", l'ha definito George Steiner sul
New Yorker, "Un capolavoro", ha scritto Arthur Koestler
nell'introduzione all'edizione inglese del 1976. "Un libro che assilla
la memoria... una gemma", "Un racconto magistrale", hanno fatto eco The
Sunday Express e The Financial Times di Londra. E infine Le Monde di
Parigi: "Uno dei testi più densi e più puri sugli anni del nazismo in
Germania...
Commenti
Posta un commento