Ogni giorno mi aspetto che qualcuno esca con questo cartello e che mi dica che tutto è uno scherzo. La mia vita ha preso una piega tragicomica in cui non mi resta che piangere, ogni giorno scopro una cosa terribile. Ogni giorno ho una sorpresa funesta.
Vorrei scappare dalla mia vita. Vorrei scappare a gambe levate. Perché io non mi capacito di tante sfighe una dietro l'altra. Io non riesco a capire perché mi stia capitando tutto questo, perché ?
Tempo fa dicevo che averei sopportato tutto finché il lavoro fosse stato un porto sicuro. Se il lavoro fosse stato il mio rifugio avrei potuto scalare montagne. Bene, è mancato anche quello.
È venuta a mancare la fiducia del capo per un motivo che non conosco, si sono dimenticati di dirmi che ero stata trasferita a luglio e continuavo ad andare nella mia scuola mentre la mia sede di servizio ormai è un altra. Da un professionale nel giro di una mattina mi sono trovata in un Liceo Classico. Da insegnante che si occupa di rifugiati, di ragazzi senza genitori che non parlano italiano mi ritrovo tra i figli dell'élite cittadina. I miei alunni di ieri erano spacciatori, rifugiati, criminali veri, i miei alunni di domani sono preppy, ragazzi per bene, ragazzi che studiano.
Io non posso passare in un solo giorno da questa realtà all'altra.
Io non posso passare dalle officine meccaniche o sartoriali ad ambienti silenziosi dove non si riesce a ridere a crepapelle quando si pronuncia De Bello Iogurtino o come si scrive. Io non posso tollerare le aule silenziose e rispettose. Io non posso tollerare gli occhi gonfi di lacrime quando esce quello di greco. Eppure...
Io sono un'insegnante da professionale, io sono fatta per quella scuola, non sono per il liceo.
Spero di svegliarmi e ritrovarmi al mio professionale perché questo proprio non non ci voleva.
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