Negli anni 80 i giocattoli erano più belli, oggi gli smartphone e i tablet hanno ucciso la fantasia di tutti, inventori e bambini. Questa era certamente la bambola più bella che fosse stata mai progettata. Sembrava vera. Era piccola, media o grande, cresceva proprio come una bambina vera. Parlava, muoveva occhi e bocca. Era splendida e io non l'ho mai avuta. Quando potevo comprarla ho preferito prendere il camper della barbie. Perchè? Perchè l'aveva R. e avevamo giocato insieme e l'avevo invidiata tanto, la sua bambola parlava mentre la mia era di pezza e non faceva niente. Lei aveva tutto tutto e io niente. Lei aveva la bicicletta e io no. Poi lei è finita dentro un fosso a 10 anni ed è morta e io invece no. Quindi la bambola non l'ho più voluta. Però ora a distanza di 28 anni un po' la rimpiango, mi piacerebbe averla, me la farebbe ricordare, anche se i giochi con R. li ho ben stampati nella memoria come il sapore dell'estatè che bevevamo durante quell'estate, l'estate dei mondiali del 90, di Baggio e di Schillaci, di Tacconi. Oggi ho una figlia che ha quell'età e grazie al cielo nessuna amica morta da bambina, ma un'estate altrettanto magica.
Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.
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