Mi sento sempre in colpa perchè da piccola non leggevo e quindi mancano alla mia formazione letteraria tutti quei classici per bambini che fanno parte della formazione collettiva, per cui qualche volta cerco di rimediare adesso, in età adulta. In alcuni casi il tentativo riesce bene, in altri meno. Questo è il caso del meno, non ho più l'età per leggere Pattini d'Argento, l'ho trovato noioso e assolutamente didascalico come tutta la letteratura per l'infanzia del secolo XIX.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
Che ricordi!!!
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