Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo prima del lockdown è il primo pensiero ogni mattina, il saluto a Rachele prima che esca. Viviamo in questa incertezza, oggi possiamo uscire, domani forse sì, forse no.
Nonostante questo rimaniamo a casa il più possibile, non si sa mai. Non è che abbiamo grandi cose da fare, DDI al 75%, quindi io e Vittoria siamo quasi sempre a casa, palestre chiuse, non è che ci rimanga molto da fare, anche perché girare senza meta in teoria non è nemmeno permesso. Shopping? Mah non ci serve nemmeno. Pigiami ne abbiamo, un paio di cambi nuovi li abbiamo presi, le scarpe nuove? Il prossimo anno, non credo che le userei quest’anno, usiamo quello che abbiamo.
Quest’anno il preside ha regolamentato lo Smart working con regole serie, e finalmente posso parlare dii Smart working anch’io e non di Smart slavery come a marzo. Sono ancora un po’ lenta nell’esecuzione delle procedure, ma mi sveltirò... se non torniamo in presenza si creerà una voragine nella preparazione dei ragazzi, l’educazione sarà affidata solo alle famiglie. Io cerco di mantenere alto il dialogo la sera in casa discutendo di argomenti importanti e spero che basti, ma sto perdendo fiducia nel futuro. Speriamo che questi ragazzi abbiano le forze per rialzarsi dopo questo momento buio.
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