Rientrando la prima volta dal Kenya mi ero riproposta di leggere qualsiasi libro che parlasse di Africa. Nella mia guida si consigliavano alcuni testi tra cui L'erba Canta di Doris Lessing, ed iniziai a cercarli. Ne trovai alcuni, ma non quello di Doris.
Non so perchè ma cercai solo quello. Non mi interessai mai di lei e di quello che aveva scritto. Cercai Unicamente L'erba Canta.
Poi finalmente riuscii a trovarlo. Erano passati ben 8 anni. Lo lessi con avidità e poi scoprii chi era Doris. Ricordo come e quanto mi aveva sconvolto quel romanzo, Così duro, così forte e soprattutto così diverso dai libri che avevo letto sull'Africa fino a quel momento. Allora è cominciata la passione per Doris. Pochi giorni dopo l'annuncio alla radio, era morta.
Tristezza infinita.
Ero stata in stand-by tutti quegli anni senza approfondire la sua esistenza e quando l'ho iniziato a fare ecco che lei ci lascia.
Da quel momento ho letto molti suoi libri. Generalmente di carta. Voglio che faccia fisicammente parte della mia biblioteca, perchè io la adoro. Come fu per Orwell, che leggevo pian piano ogni suo romanzo cercando di farmelo durare a lungo, così ora faccio per lei.
LA ammiro veramente tanto e in qualche modo la sento come uno spirito affine. L'amore per l'Africa senz'altro ci avvicina molto. Poi i gatti. Ma mi sento vicina a lei anche nel modo di pensare. Quando leggo le sue pagine mi sento trasportata verso un'altro mondo. Devo smettere perchè ho voglia di pensare.
Quando un autore ti fa pensare così è perchè è il tuo preferito.
Queste sensazioni me le hanno fatte provare: Ernest Hemingway, George Orwell, Umberto Eco, Francis Scott Fitzgeral, Gertrude Stein, Gabriel Garcia Marquez, Philp Roth e lei. Se voglio stare bene so che devo rivolegrmi a loro.
Lo avrei detto anche per Jonathan Coe fino a qualche tempo fa, ma ultimamente i suoi libri mi piacciono sempre meno, non so perchè. Mentre in qualche modo questo discorso vale per Jeffrey Eugenides e per Nick Hornby, anche se per loro non provo lo stesso trasporto viscerale che ho per quelli che ho citato prima.
Non so perchè ma cercai solo quello. Non mi interessai mai di lei e di quello che aveva scritto. Cercai Unicamente L'erba Canta.
Poi finalmente riuscii a trovarlo. Erano passati ben 8 anni. Lo lessi con avidità e poi scoprii chi era Doris. Ricordo come e quanto mi aveva sconvolto quel romanzo, Così duro, così forte e soprattutto così diverso dai libri che avevo letto sull'Africa fino a quel momento. Allora è cominciata la passione per Doris. Pochi giorni dopo l'annuncio alla radio, era morta.
Tristezza infinita.
Ero stata in stand-by tutti quegli anni senza approfondire la sua esistenza e quando l'ho iniziato a fare ecco che lei ci lascia.
Da quel momento ho letto molti suoi libri. Generalmente di carta. Voglio che faccia fisicammente parte della mia biblioteca, perchè io la adoro. Come fu per Orwell, che leggevo pian piano ogni suo romanzo cercando di farmelo durare a lungo, così ora faccio per lei.
LA ammiro veramente tanto e in qualche modo la sento come uno spirito affine. L'amore per l'Africa senz'altro ci avvicina molto. Poi i gatti. Ma mi sento vicina a lei anche nel modo di pensare. Quando leggo le sue pagine mi sento trasportata verso un'altro mondo. Devo smettere perchè ho voglia di pensare.
Quando un autore ti fa pensare così è perchè è il tuo preferito.
Queste sensazioni me le hanno fatte provare: Ernest Hemingway, George Orwell, Umberto Eco, Francis Scott Fitzgeral, Gertrude Stein, Gabriel Garcia Marquez, Philp Roth e lei. Se voglio stare bene so che devo rivolegrmi a loro.
Lo avrei detto anche per Jonathan Coe fino a qualche tempo fa, ma ultimamente i suoi libri mi piacciono sempre meno, non so perchè. Mentre in qualche modo questo discorso vale per Jeffrey Eugenides e per Nick Hornby, anche se per loro non provo lo stesso trasporto viscerale che ho per quelli che ho citato prima.
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