Passa ai contenuti principali

La mia famiglia: istruzioni per l'uso


Prima dell'incidente che ha subito mio marito al lavoro eravamo una famiglia perfetta, tanto perfetta che più volte mi hanno chiesto di scrivere come siamo diventati tanto perfetti. Io allora non lo sapevo, non riuscivo a capire le ragioni del "nostro successo", anzi mi consideravo una mamma a metà.
Poi è iniziato questo brutto periodo, che dura da due anni e di cui non vediamo la fine e ho avuto modo di capire come mai le mie bambine sono tanto belle, felici ed educate.
In questi due anni ci siamo persi, ognuno per la sua strada. Viki ha avuto problemi a scuola, Rachele ha avuto un regresso e si faceva la pipì addosso e noi... noi beh abbiamo dovuto affrontare problematiche veramente grosse.
Oggi forse ho capito qual è la ricetta per bambini felici e docili. I bambini sono lo specchio dei genitori. Un genitore infelice genera un bambino terribile.
Quando penso al nostro prima vedo una famiglia felice, non una famiglia perfetta. Quando è nata Rachele eravamo veramente felici. Vittoria "non era più sola" e in quattro vivevamo meglio che in tre, non so perché. Molte tensioni si erano sciolte e noi eravamo veramente felici. E in una famiglia felice si è tutti sereni, nessuno urla, si è tutti sereni.
Ma la felicità cos'è? Questo non lo so.
Riflettendo sulla mia vita ho capito che queste cose fanno girare bene la mia famiglia.

1) Se io sono felice e tranquilla lo sono anche loro.

2) Per me essere felice significa essere in grado di sognare, essere in grado di coltivare sogni e mettercela tutta per realizzarli. Questa è la cosa che mi appaga veramente. In quel periodo ero capace di sognare e soprattutto capace di realizzare.

3) Quando ero felice avevo una situazione lavorativa più stabile. Ero precaria ieri come oggi, ma ieri avevo qualche garanzia in più e soprattutto un contratto a tempo pieno che ho conservato per tre anni consecutivi, oggi ho un contratto part - time in scadenza e con pochissime probabilità di essere riassunta. Nella testa degli adulti il lavoro e la stabilità lavorativa sono una fetta importante e ho imparato che queste tensioni inconsce si riversano sui figli facendoli diventare terribili.

4) Quando eravamo felici avevamo molto spazio a disposizione. Ho notato che i bambini in uno spazio ristretto diventano isterici, per questo quest'estate sono andata al mare anche quando era brutto tempo, noi abbiamo bisogno di spazio.

5) I soldi non fanno la felicità ma aiutano. Farsi avanzare qualche centinaia di euro al mese per realizzare futili desideri aiuta tantissimo gli adulti ad essere felici e tranquilli. Adulti felici significa bambini tranquilli.


6) Gli amici sono fondamentali. Continuare ad avere una vita sociale è importantissimo. Per me è fondamentale continuare a vedere gli amici che avevi prima di farti una famiglia, uscire da solo qualche volta, uscire tutti insieme altre volte. Se non sono crollata è perché ho avuto vicino delle persone speciali. E ora che siamo tutti e tre insieme nel solito posto di lavoro come una volta sono veramente sollevata.

7) Sapersi ritagliare dei momenti unici con la propria famiglia. Noi per esempio condividiamo la passione per l'acqua. Per noi 4 l'acqua ha avuto sempre un ruolo centrale. L'acqua ci calma e ci distende, l'acqua ci diverte. Fare il bagno insieme per noi è il massimo. Ho sempre pensato che un punto importantissimo del nostro stare bene sia stato il corso di acquaticità che abbiamo iniziato quando Viki aveva solo 2 mesi e che non abbiamo ancora smesso.

8) Ritagliarsi piccoli momenti per coltivare i propri interessi personali aiuta l'umore!

Quindi con dei genitori felici si hanno bambini decisamente tranquilli.
Come faccio a tenerle sotto controllo?

1) Dando loro poche chiare regole, ma che faccio rispettare scrupolosamente

2) Dando loro la libertà di esprimersi.

3) Cerco di non urlare. Con un urlo non si guadagna niente.

4) Limito le spiegazioni, ma non il dialogo.  Alcuni sostengono che hai bambini vanno spiegate le cose, le ragioni dei no. Per me non è corretto. Io decido e non si discute. Questo non vuol dire che non parliamo, anzi ci facciamo delle chiacchierate epiche, ma non sulle regole, sia chiaro, quelle sono imposte, su quello non c'è democrazia.

5)Limito la Tv e il computer in genere. La tv le rende nervose e isteriche. Qualsiasi cosa guardino. e il computer (leggi video giochi, tablet, smartphone) genera conflitti e isterie di cui faccio a meno. Quindi tendo a nascondere tali oggetti dalla loro vista e limitarli nel tempo.

6) Cerco di accontentarle nel limite del possibile. Cerco di dare loro tutto quello che mi è possibile. Dal cupcake  homemade per la merenda a scuola, la socialità, lo sport, i vestiti.

7) Coltivo momenti speciali da rendere unici. Una giornata di shopping, una visita ad un museo, una giornata al parco... insomma quello che mi riesce.

8) Gli dico "ti voglio bene" senza alcun motivo. E' bello sentirselo dire mille e mille volte al giorno! Se sono abituate a sentirselo dire lo faranno anche loro. Pensate quando avete una giornata storta al lavoro e tornate a casa distrutti e il vostro piccolo senza una ragione si avvicina e vi dice "ti voglio bene" e vi dona un abbraccio, non è la migliore di tutte le medicine?

L'unico mio difetto è questo: tendo a dare loro tutto quello che io desideravo quando ero piccola e troppe volte non corrisponde a quello di cui loro hanno bisogno.In questo periodo tendo a controllare questo mio impulso, ma non nascondo che per me è difficilissimo.

Questo mio post non vuole essere una ricetta, o una legge, ma ho solo scritto la mia esperienza sperando sia utile a qualcuno. Io mi sono sempre fidata delle esperienze e non di chi si è messo n cattedra a spiegarmi come devo essere genitore.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

bacio alla Finestra, Munch

“Il bacio con la finestra” è un dipinto di Munch del 1892 conservato al National Museet for kunst di Oslo. Una coppia di amanti clandestini si baciano vicino a una finestra, nascosti al mondo esterno da una tenda. Al di fuori, pochi passanti e qualche vetrina illuminata. La pittura è carica di tinte macabre e realizzata con pennellate spesse. Le tinte fredde richiamano le atmosfere nordiche. Il dipinto fa parte di un gruppo di opere sul tema del ciclo della vita, della morte e dell’amore.

Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic

Appena hanno annuciato il vincitore del premio Nobel 2015 sono andata a cercare un libro della vincitrice. Mio malgrado non era reperibile in città nessuna copia cartacea e anche ordinandola via internet non sarebbe arrivata prima di 15 giorni. Ma santo subito ebook mi ha permesso di leggere immediatamente i libri dell'Aleksievic. Ho scelto Preghiera per Cernobyl, ma non è un testo facile. Sono testimonianze, piccole testimonianze di quello che è successo nel 1986 a Cenobyl. Io ne ho un vago ricordo. Allora avevo 7 anni e ricordo che non potevo toccare l'erba e io e mio fratello bevevamo latte in polvere. Oggi ho scoperto che la nube radioattiva è arrivata in Italia proprio il giorno in cui compii 7 anni. Il libro inizia con la testimonianza della moglie di uno dei pompieri intervenuti sull'incendio della centrale. E' stato pesante. Troppo pesante. MA nonostante questo BELLISSIMO! Ogni testimonianza è pesante. Questo libro mi ha aperto gli...

la fine dei permessi di maternità

Eh ci siamo... ho deciso a malincuore di tornare a lavorare. Stavolta non sarei mai rientrata e sarei rimasta con la mia piccolina sempre,  ma non si può. Dopodomani farà 6 mesi e io giovedì ricomincerò. Perchè giovedì e non lunedì? Perchè ho bisogno di ricominciare con calma, di una settimana ipercorta, di tastare la scuola prima di buttarmi a capofitto nella mia vita di prima. Ah "Vita di Prima"... quella ormai è andata, chiusa. Ora ho una nuova vita fatta di oggi, di tre bambine, di pochi sguardi indietro e tanti in avanti. Un nuovo cassetto di sogni, una salita da percorrere, perchè ho capito che la mia vita è così. Ho tanti sogni, ma devo iniziare a scegliere cosa conta davvero perchè gli anni davanti sì sono ancora molti, ma non sono propriamente infiniti. Del "prima" oltre che la casa mi rimane il lavoro su cui sono davvero indecisa. Vorrei cambiare perchè la mia attuale scuola è troppo lontana da casa e io voglio una vita a piedi, ma è quello l'indirizzo...

Come è cambiato il fabbisogno di scarpe in trent'anni ma i piedi rimangono due

Quando ero piccola ricordo che avevo solo un paio di scarpe per l'estate: i santalini con gli occhietti e poi un paio di scarpe per l'inverno che di solito erano un paio di scarpe di vernice come queste Basta. Forse avevo un paio di stivali di gomma per la pioggia e basta. Forse a casa della mamma avevo un paio di superga, ma se ero a casa della nonna erano bandite, ho foto in cui ho la tuta e le scarpe di vernice, al solo pensiero mi vergogno. Oggi le mie figlie in barba al consumismo hanno scarpe per ogni occasione e ogni stagione. Partiamo dalla primavera? Scarpa da Ginnastica in tela, scarpa aperta per la gonna, in genere ballerina ma con stringa, scarpa da ginnastica tecnica leggera per camminare, ciabatta che non si sa mai. Estate: Sandalo, almeno due tipi di ciabatta (infradito e no) Scarpa da bosco alta. Autunno: Scarpa da pioggia, scarpa chiusa elegante, stivale, scarpa da ginnastica. Inverno: ci sono i saldi non vuoi implementare il parco scarpe con Stivali, scar...

Make a Wish

Vorrei trovare la lampada di Aladino e avere i miei 3 desideri. Cosa chiederei? 1. Finire la casa al più presto 2. Avere la vita che avevo prima (l'anno più bello della mia vita è stato il 2011 anche se ho perso mio nonno, e vorrei essere felice come allora, viaggiare come allora, e tutto come in quell'anno) 3. Imparare bene il maledetto inglese Non so come fare a realizzare queste poche cose, realizzabili anche senza Aladino e la sua lampada, ma con piccoli e giornalieri sforzi. Una volta ero una maga nel sognare e poi realizzare i miei sogni, adesso non ci riesco più.  Devo poter ricominciare a vivere così.

Libertà

Grazie al cielo conosco mille e uno modo per evadere, anche quando non posso farlo fisicamente, anche se non posso prendere e andare via, ho tanti modi per trovare la felicità anche fra le mura di una stanza. Ho tanti interessi, ora sono fissatissima con la letteratura anzi con la filologia germanica ma anche con l’antropologia. Buttarmi in questi mondi mi riempie di felicità anche se sono incollata in una situazione che non mi piace, in una situazione che non mi dà scampo. Per fortuna ho il mio cassetto dei desideri che non mi abbandona e che mi fa andare avanti anche nei periodi più bui. Prima o poi arriverà il bel tempo.

Cosa non dovete dire ad un lettore

Parole a colori ha pubblicato un post dove si parla delle cose da non dire mai ad un lettore, segue poi un mio personale commento oppure una risposta a tono: 1. Io non leggo . Amen, non sai quello che ti perdi. A parte questo, c'è da esserne orgogliosi? Mah... 2. Dove trovi tutto questo tempo libero per leggere? Non so voi, ma io non mi rimbambisco davanti alla tv. La sera mi metto a letto e leggo. Meglio un buon libro che un reality. E me ne vanto di questa mia scelta. 3. Non hai cose più importanti da fare? No. Per me leggere è importante. Tante altre cose passano in secondo piano 4. Stai leggendo ***? Che tristezza quando *** muore. Sapere la trama in anticipo non mi distrugge più di tanto il piacere della lettura, quindi se uno mi svela il libro non mi nuoce più di tanto. A me piace parlare di libri! 5. Stai leggendo di nuovo? E qui aggiungerei anche "ma quanto leggi!", questo si mi da davvero fastidio. Io leggo quanto mi pare! Anche solo per isolarmi...

Corcos, ritratto di signora con due adolescenti

Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.

La festa dei nonni

Oggi è la festa dei nonni. Io non ne ho più da 6 anni. Sul mio Comó c'è una foto dei miei nonni abbracciati e sorridenti, un po' giovani ma già nonni, come mi piace ricordarli. Ogni sera li guardo e chiedo loro la forza per andare avanti. Ci sono giorni in cui la nonna mi ha guardata storta perché non sono una buona casalinga, perché non mi impegno in cucina e tantomeno nelle faccende, perché sono disordinata. Ma ultimamente il suo sorriso è largo e comprensivo, perché  continuo ad essere una cattiva casalinga e sempre lo sarò, ma nel momento del bisogno mi sono dimostrata una donna forte, capace di prendermi tutta la famiglia sulle spalle e non mi sono tirata indietro. Non sono scappata, ho affrontato le avversità a testa alta e non mi sono lasciata deprimere. Insomma mi sono rivelata la donna che con fatica e determinazione lei ha cresciuto. Un giorno, prima di morire mi aveva detto detto che non le dispiaceva morire perché tanto non l'avrebbe pianta nessuno se...

Il verbo leggere non sopporta l'imperativo

"Il verbo leggere non sopporta l'imperativo" è la mia frase preferita. Scritta da Daniel Pennac nel libro Come un romanzo, libro in cui spiega come far innamorare le persone della lettura. Per me è stato illuminante, una sorta di Bibbia. Da questo libro di Pennac ho tratto spunto per far sì che Vittoria si innamorasse della lettura e questo innamoramento è stato contagioso visto che siamo una famiglia di super lettori! Mamma, 38 anni, 100 libri l'anno. Vittoria, 10 anni, un libro ogni 3 sere. Rachele, 6 anni, un librettino ogni sera, anche sempre lo stesso. Papà, 42 anni, finalmente ha iniziato a leggere pure lui. Sono fiera di aver spento latv in favore dei libri, senza costrizione alcuna. La tv è contornata da libri, a voi la scelta. LA tv ha perso la battaglia, poveretta, rimane spenta. Nessuno impone che non sia usata, è lì... ma non ha alcuna attrattiva, perde nei confronti dello scaffale dei fantasy. Molto meglio le avventure da leggere. Peccato che in Ita...