Mia nonna diceva sempre che le case grandi erano una
maledizione. Meglio quelle piccole. Ma si sbagliava, sono le case piccole ad
essere la vera maledizione. Abbiamo abitato in 4 in 60 mq negli ultimi 5 anni e
io ero vicina alla pazzia. Non c’era posto per niente, nemmeno per te stesso.
Non c’era angolo dove potessi stare tranquilla e in pace. Non c’era spazio per
nulla.
Da quando siamo dalla nonna ho capito che una casa grande è
necessaria per essere tranquilli, anche se lo sapevo già da un pezzo,
specialmente nei nostri soggiorni alla fattoria dove la casa è grande: 4 camere
da letto, due sale, due bagni, la cucina, un balcone, una terrazza e l’aia.
Infatti mi sono sempre detta che quella era la mia casa ideale e che avrei
voluto davvero vivere lì per sempre, ma è troppo lontana dalla città, dal
lavoro…
Quando si è presentata l’opportunità di allargarci comprando
l’appartamento di fianco non ce lo siamo fatti ripetere due volte. Ora abbiamo
il mutuo a vita, ma almeno sarò finalmente tranquilla. Qui a casa dalla nonna
mi sto accorgendo che il gioco vale la candela. Una bella casa grande ha tanti
spazi, è più facile da mantenere ordinata, infonde tranquillità. Ognuno ha il
suo spazio vitale. Sono stata cresciuta decisamente male, abituata ad avere
spazi e soprattutto confini ben precisi, nell’ultimo decennio invece non ho mai
avuto uno spazio solo mio, ma ho sempre dovuto condividere tutto con tutti e
questo mi ha sempre urtata. Anche qui che non è casa mia, ma ho un angolino
dove ci sono solo cose mie, non degli altri, non ho più la camera invasa dai
giochi e soprattutto il mio letto non è più il posto dove si gioca tutto il
giorno e io mi devo far spazio fra cose altrui, mi sento rinata. Sono una
persona che ha bisogno dei propri spazi per essere poi a totale disposizione
degli altri. So di essere esigente sotto questo punto di vista, ma ne va della
mia sanità mentale, sono cresciuta sola, educata alla solitudine e infondo la
solitudine è la mia dimensione. E in una casa piccola e affollata non c’è
spazio per la solitudine e per questo mi sentivo incompleta.
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