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Pioggia

Nella fretta di prendere un libro da lasciare in cabina in caso di necessità ho afferrato dallo scaffale dove tengo i libri da leggere anche questo libro, mi sembrava nuovo, non mi diceva niente, ed è rimasto in cabina per qualche tempo in attesa di essere letto. Ieri ho finito quello che avevo e ho preso questo che avevo di riserva. ho iniziato a leggerlo e non mi ha detto niente per almeno 20 pagine. Poi mi è suonato familiare. Ho trovato una leggera orecchia a pagina 39 e lì ho capito, avevo già letto questo libro, ma lo ricordavo vagamente.
Non è la prima volta che mi capita di rileggere un libro che avevo già letto e non ricordavo di averlo fatto, questa è almeno la terza o la quarta volta. Solo che ho letto questo libro nell'agosto del 2014, avrei dovuto ricordarlo, non è passato molto tempo.
Pazienza. L'ho riletto con piacere, mi sono anche divertita, specialmente nella seconda storia. Del resto nella Reading Challange non c'era una sezione che più o meno diceva: un libro che hai già letto e sai che ti farà divertire? Potrei infondo farlo rientrare qui, e passare sopra alla mia sbadataggine.





Una striscia argentea di spiaggia, le rigogliose palme da cocco, le case d’erba dei samoani: un’oasi – o un’allucinazione. Cade una pioggia inesorabile, «animata da un’intima rabbia», e i turisti appena sbarcati si lasciano andare al suo ritmo. Fra loro un missionario, una cupa fiamma negli occhi, e una prostituta che fugge dal suo passato. Travolti, e già condannati, dall’irresistibile malìa della redenzione, i due si fronteggiano, combattono, arretrano, si cercano – sino al tragico, beffardo epilogo. Degli stessi venefici vapori è impregnato il secondo racconto di questo volume, Il reprobo. Ancora un paradiso tropicale dell’Oceano Pacifico e ancora dei missionari: un dogmatico reverendo e sua sorella, la quale, «con l’accanimento di un angelo vendicatore», si lancia nella feroce impresa di redimere l’ubriacone dell’isola. Ma sarà una notte trascorsa con lui su un’isola deserta a decidere del loro destino.
Come ha scritto Glenway Wescott, grande amico ed estimatore di Maugham, «se in un racconto o in un romanzo di Maugham cerchi la profondità di pensiero, non aspettarti di trovarla troppo in evidenza. Devi usare la testa per non confondere la semplicità con l’assenza di significato. E, soprattutto, devi imparare a riconoscere la sua idea in quell’involucro di realtà – un episodio, un dialogo, una breve sequenza di causa e effetto – dove hanno origine le idee».

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