Lo so, fra poco, quando la pioggia cadrà per giorni di fila battente e le temperature non supereranno i 10 gradi e in classe non riuscirò a togliermi il piumino perché c'è freddo e i miei alunni non sanno cos'è l'acqua e il sapone e io preferirò tenere la finestra aperta e il piumino chiuso rimpiangerò questo caldo, il sudore che cola lungo la schiena, il venticello ristoratore dell'albatros durante la traversata, il mare smeraldo, i delfini che saltano lungo la diga. Eppure in questo momento ho caldo. Dannatamente caldo. Così caldo che son due notti che non riesco a dormire, che ho persino paura a lamentarmi perché è questo il clima che voglio tutto l' anno. Ma gradirei solo un pelo di meno. 5 gradi, un filo di vento, un giorno di pioggia. Non la luna, non la neve, non la montagna. Solo un filo d'aria.
E meno male che sono qui, se no non so come l'avrei presa.
E meno male che qui all'isola oggi ha tirato vento, e meno male che qui ha fatto fresco e non mi rimane che sopportare il caldo e i 30 e passa gradi della calda serata casalinga. Perché è a casa che non si respira, perché è a casa che tutto è meno sopportabile.
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