Sono ben 82 giorni che sento le lamentele delle mamme sotto l'ombrellone. Il discorso migliore da fare al mattino, al pomeriggio e alla sera al mare, invece che sorvegliare i propri figli, è ovviamente lamentarsi dei professori.
A Giugno eravamo dei bastardi incapaci di valutare perché abbiamo dato voti troppo bassi ai loro pargoli. E quindi vai di resoconti precisi di ingiustizie subite dai pargoli, di ritorsioni.
A luglio ovviamene archiviata la questione voti era in auge la questione "guarda quelli che si fanno tre mesi di vacanze pagate e io mi devo sorbire i miei figli tutti i giorni". E quindi vagheggiavano un mondo dove la scuola fosse aperta 365 giorni l'anno e loro potessero essere lib libere di abbronzarsi in santa pace senza l'impiccio dei figli.
Ad Agosto il discorso è invece incentrato sui compiti. Ma quanti ne danno, ma poi li guardano? Ma cosa servono? Poveri bambini... loro in ferie e noi in croce con questi compiti.
Più volte avrei voluto intervenire. Più volte avrei voluto dire la mia, poi insomma si sa che in Italia vige il politically correct dove ognuno può dire la sua ma nessuno può intervenire e difendersi, nessuno può fare la voce fuori dal coro senza essere insultato, senza essere dichiarato demente, deficiente, o colui che rompe la magia dell'attimo. Quindi ascolto e quando la discussione si fa tesa mi mordo la lingua e me ne vado. Ma quando si parla di compiti un po' mi sento di dar ragione alle mamme, cosa servono tutti questi esercizi strutturati alle elementari durante le vacanze se non a far odiare la scuola? Un po' di buone letture, una conversazione con mamma e papà non potrebbe essere sufficiente?
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