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In culo al mondo

Non lo nascondo, è stato il titolo così singolare di questo libro ad attarmi. L'ho subito voluto leggere, non mi sono informata neanche sul contenuto, sull'autore. Mi ha rapita questo titolo ad effetto.
Poi l'Africa in copertina ha fatto il resto.
Il contenuto mi ha decisamente rapita.
Un libro molto difficile.
Tortuoso.
Pieno di metafore, similitudini, rimandi. Un lungo monologo, senza cronologia, fatti aggrovigliati su se stessi, fatti atroci e senza senso  della guerra d'Angola. Un'anima distrutta da una guerra senza senso. Cosa dire ancora? Un libro di una profondità rara. Un flusso di coscienza dove affiora il presente nella nebbia confusa del passato, dove una guerra senza senso con violenz inaudite ha lacerato un'anima semplice, dove il perbenismo ha creato uno scudo di incomprensione che solo l'alcool e il sesso possono lenire. A mio avviso questo è un testo che non dovrebbe mancare nell'educazione letteraria di ognuno. Forse ne sono rimasta particolarmente segnata perchè indirettamente sono cose che fanno parte del mio vissuto, ma al giorno d'oggi tutti viviamo le conseguenze dell'immigrazione, delle guerre inutili, dell'Africa lacerata e creare un po' di consapevolezza con letture mirate non sarebbe male, anche per questo lo consiglio.

Lobo Antunes, nato nel 1942, laureato in medicina, prestò servizio militare in Angola all'inizio degli anni Settanta come ufficiale medico; è quindi facile intuire che i ricordi evocati dal protagonista sono in realtà quelli dello scrittore stesso. La guerra do ultramar rappresenta infatti un tema importante nel percorso letterario di Lobo Antunes, già affrontato in Memória de Elefante e Conhecimento do Inferno, risalenti allo stesso periodo di questo libro.
In culo al mondo, pubblicato in Portogallo nel 1979, giunse in Italia solo nel 1996 grazie ad Antonio Tabucchi che fece conoscere Lobo Antunes al pubblico italiano. La pregevole traduzione del romanzo è opera di Maria José de Lancastre, moglie dello stesso Tabucchi.
(qui)

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