Spesso nella vita mi sono dovuta accontentare e non ho potuto fare quello che veramente volevo.
In questo momento sto spronando mia figlia a fare di meglio, a non accontentarsi. A raggiungere alte vette, ad esplorare i suoi limiti, ad andare oltre, a non accontentarsi.
Accontentarsi, adagiarsi, sono atteggiamenti negativi.
La competitività alla lunga logora, lo riconosco, ma il rimpianto di non avercela messa tutta è molto più pesante da sopportare. Le occasioni perse tornano alla mente, i rimpianti ti tormentano per una vita intera, i se e i ma ti accompagnano e ti logarano per sempre e io ne so qualcosa, sono un'esperta di se e di ma.
Così mi trovo a spronarla: "Vai ancora avanti! Puoi fare di meglio!". Avrei voluto averla io una mamma come me, una mamma che mi diceva brava sono orgogliosa di te, ma puoi andare oltre, puoi fare ancora meglio invece che sentirmi sempre dire hai fatto il tuo dovere quando eccellevo e giù botte se fallivo. Avrei voluto una mamma come me che mi consigliava un libro da leggere, che mi spiegava il mondo, invece ho dovuto scoprire tutto da sola e rinunciare, rinunciare e rinunciare. Per questo la spingo ad andare oltre, a non fermarsi mai. So cosa vuol dire doversi accontentare.
Lo so che sbaglio, ma sono esattamente la mamma che avrei voluto.
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