Oggi è venerdì e naturalmente tutti si aspettano di iniziare la scuola lunedì, ma sarà realmente così?
Non ci è dato sapere prima di domenica.
La cosa mi urta non poco. Non tanto per le bambine, tanto sono a casa io, sono a casa loro, quindi non c’è il problema di dove metterle, quello che mi fa infuriare è l’organizzazione del mio lavoro. Se sono in presenza mi devo organizzare il lavoro in un certo modo, se sono a distanza in un altro. In classe devo lavorare, e lavorare in un certo modo, mica posso scaldare la cattedra, rubare lo stipendio, oppure lavorare 12 ore oppure la notte per star dietro ai tempi della politica. Capisco l’emergenza sanitaria ma non si può prorogare di due giorni in due giorni, i lavoratori dell’educazione hanno bisogno di poter programmare con un minimo di anticipo il proprio lavoro, far lavorare gli alunni con un minimo di serietà e serenità. Se le condizioni non lo permettono si deve avere il coraggio di sospendere per 15 giorni, aiutare le famiglie e metter in grado i lavoratori di lavorare serenamente. Pensate anche chi deve piazzare i bambini, chi deve trovare una persona fidata a cui affidarli... certe cose non si trovano dalla sera alla mattina! In queste decisioni ci vuole coraggio e decisione, non uno stillicidio.
Io aspetto domenica, ma domenica voglio una presa di posizione, me la merito. O si prova ad andare a scuola o si sta a casa per un lungo tempo.
Comunque è ridicolo, questo virus è in grado solo di diffondersi a scuola ma non negli stadi, durante la movida, nei luoghi di lavoro. Solo a scuola. L’unica cosa che l’Italia non è in grado di far ripartire è la scuola e le attività per i bambini, tutto il resto è ripartito. È una cosa incredibile.
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