Una lettura gradevole, ma a mio giudizio ci sono molti nodi importanti che però non vengono esplorati . Alcuni punti vengono esplorati con estrema leggerezza come per esempio l'interiorità della protagonista che è ebrea ed è sfuggita allo sterminio, ma anche il suo essere donna emancipata nell'Italia del dopoguerra. Sono temi forti e importanti che mio avviso non andavano trattati con leggerezza, ma approfonditi. Probabilmente la scrittrice ha voluto passare sopra con leggerezza ai temi importanti della storia per raccontare la storia di questa donna forte, mettendo in luce le sue vicende e tacendo il disagio che gli eventi della storia hanno portato su di lei, non a caso il titolo è rivelatore in questo senso "non fa niente".
Grazie al cielo nel 1972 non ero ancora nata.Ma oggi nel 2019 questo ritaglio della Stampa che ho trovato su Facebook mi fa indignare. Come si può accettare uno slogan pubblicitario tale? Maschilista, sessista, che riduce la donna ad oggetto? Addirittura C O L P E V O L E della sua forma fisica? Ma che mondo è quello in cui una persona, non solo una donna deve sentirsi COLPEVOLE della sua forma fisica? Quanti danni avrà causato a suo tempo questo slogan? Quante donne si saranno sentite in difetto, manchevoli e colpevoli di una copla che non esisteva? Ho solo domande e nessuna risposta.
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