Modena è una città meravigliosa. Mi sento affettivamente legata a questa città perchè in pratica è uno dei luoghi della mia tesi. Mi sono interessata alla genealogia di una famiglia vassalla di Matilde di Canossa che in seguito parteciperà al comune della città. Infatti ogni volta che mi trovo nel Duomo cerco di immaginarmi la mia famiglia al suo interno, e con quali occhi guardava quello che anch'io posso vedere oggi.
Avevo poco tempo da passare in città dopo la commissione che dovevo sbrigare. Non avevo il tempo per recarmi al museo civico per vedere i reperti dell'antica Mutina come avrei voluto e allora ho concentrato la mia visita al Duomo. L'unica altra volta che ero stata a Modena non ero potuta entrare, e la voglia di farlo era troppa.
L'ho guardato prima da fuori in ogni suo splendido particolare. La pietra ben squadrata con cui è rivestita tutta la chiesa... ho esservato il loggiato continuo di tripli archetti a tutto sesto che la percorrono assaporando ogni particolare. E poi la facciata.... una vera Bibbia di Pietra per tutti coloro che allora non sapevano leggere descritta persino nei capitelli. Però il connubio fra le vestigia del classico che evidentemente qua e là riaffiorava dalla palude che aveva sommerso l'antica città romana, e la nascente cultura medievale è quello che spiazza di più. Il medioevo è un periodo buio solo per coloro che non lo conoscono. Io che l'ho amato e studiato lo vedo come un momento di formazione, un momento davvero unico, specialmente nella storia comunale italiana.
Le storie della Genesi di Wiligelmo sono spiazzanti da quanto sono belle. Nessuna foto gli rende giustizia. Sono cariche di pathos e di energia.
Ma le sculture non sono concentrate solo sulla facciata ma l'intero Duomo è decorato con sculture a tema religioso ma anche civile. Troviamo la rappresentazione dei mesi dove ad ogni mese è associato un lavoro, per esempio a Gennaio troviamo la lavorazione delle cosce del maiale (della serie il prosciutto lo facciamo da sempre) e ad ottobre troviamo invece la preparazione del mosto. Incredibile ma vero, troviamo anche le storie di re Artù.
L'interno, invece, è di mattoni e grandi colonne di recupero dividono le tre navate. Ho perso tutto il tempo ad ammirare i capitelli, specialmente quelli della cripta. Alcuni sono chiaramente classici, altri di recupero. Ho particolarmente apprezzato un capitello con il tetramorfo ( i quattro simboli degli evangelisti). Ma in ogni capitello si può leggere una storia diversa, sono eccezionali. Alcuni poi avevano uno stile naturalistico troppo interessante. Chissà perchè ero convinta che non si potessero fare le foto, invece mi sono ricordata solo ora che una disposizione del ministro rendeva le foto possibili in ogni luogo, ma credetemi ero troppo intenta ad osservare che non ho avuto proprio il tempo di fotografare per meglio ricordare tutti questi particolari.
La cripta non è sotterranea, ma semplicemente ribassata, mentre il presbiterio è notevolmente rialzato. Si accede al presbiterio tramite due scaloni posti nelle navate laterali e con mia sorpresa ho trovato una cosa che nei libri proprio non si vede: la recinzione presbiteriale, quasi una iconastasi. Molto elegante e con effetti cromatici inaspettati.
Da lassù si può godere della luce del grande rosone aperto in facciata.
Da lassù si può osservare meglio la decorazione del catino absidale, anche se è del 1888.
Ci sono così tante opere notevili all'interno che è impossibile citarle tutte.
Mi sono ubriacata di queste meraviglie. Ma anche di più.
Mentre scendevo dal presbiterio ho sentito la mancanza delle mie bambine. Di solito condivido con loro, e maggiormente con la grande, queste mie emozioni, queste scoperte. Mi piace guardare con i loro occhi queste cose affascinanti.
Avevo poco tempo da passare in città dopo la commissione che dovevo sbrigare. Non avevo il tempo per recarmi al museo civico per vedere i reperti dell'antica Mutina come avrei voluto e allora ho concentrato la mia visita al Duomo. L'unica altra volta che ero stata a Modena non ero potuta entrare, e la voglia di farlo era troppa.
L'ho guardato prima da fuori in ogni suo splendido particolare. La pietra ben squadrata con cui è rivestita tutta la chiesa... ho esservato il loggiato continuo di tripli archetti a tutto sesto che la percorrono assaporando ogni particolare. E poi la facciata.... una vera Bibbia di Pietra per tutti coloro che allora non sapevano leggere descritta persino nei capitelli. Però il connubio fra le vestigia del classico che evidentemente qua e là riaffiorava dalla palude che aveva sommerso l'antica città romana, e la nascente cultura medievale è quello che spiazza di più. Il medioevo è un periodo buio solo per coloro che non lo conoscono. Io che l'ho amato e studiato lo vedo come un momento di formazione, un momento davvero unico, specialmente nella storia comunale italiana.
Le storie della Genesi di Wiligelmo sono spiazzanti da quanto sono belle. Nessuna foto gli rende giustizia. Sono cariche di pathos e di energia.
Ma le sculture non sono concentrate solo sulla facciata ma l'intero Duomo è decorato con sculture a tema religioso ma anche civile. Troviamo la rappresentazione dei mesi dove ad ogni mese è associato un lavoro, per esempio a Gennaio troviamo la lavorazione delle cosce del maiale (della serie il prosciutto lo facciamo da sempre) e ad ottobre troviamo invece la preparazione del mosto. Incredibile ma vero, troviamo anche le storie di re Artù.
L'interno, invece, è di mattoni e grandi colonne di recupero dividono le tre navate. Ho perso tutto il tempo ad ammirare i capitelli, specialmente quelli della cripta. Alcuni sono chiaramente classici, altri di recupero. Ho particolarmente apprezzato un capitello con il tetramorfo ( i quattro simboli degli evangelisti). Ma in ogni capitello si può leggere una storia diversa, sono eccezionali. Alcuni poi avevano uno stile naturalistico troppo interessante. Chissà perchè ero convinta che non si potessero fare le foto, invece mi sono ricordata solo ora che una disposizione del ministro rendeva le foto possibili in ogni luogo, ma credetemi ero troppo intenta ad osservare che non ho avuto proprio il tempo di fotografare per meglio ricordare tutti questi particolari.
La cripta non è sotterranea, ma semplicemente ribassata, mentre il presbiterio è notevolmente rialzato. Si accede al presbiterio tramite due scaloni posti nelle navate laterali e con mia sorpresa ho trovato una cosa che nei libri proprio non si vede: la recinzione presbiteriale, quasi una iconastasi. Molto elegante e con effetti cromatici inaspettati.
Da lassù si può godere della luce del grande rosone aperto in facciata.
Da lassù si può osservare meglio la decorazione del catino absidale, anche se è del 1888.
Ci sono così tante opere notevili all'interno che è impossibile citarle tutte.
Mi sono ubriacata di queste meraviglie. Ma anche di più.
Mentre scendevo dal presbiterio ho sentito la mancanza delle mie bambine. Di solito condivido con loro, e maggiormente con la grande, queste mie emozioni, queste scoperte. Mi piace guardare con i loro occhi queste cose affascinanti.
Quando sono stato a Bologna, ho deciso di andare un giorno a visitare una città vicina: Parma o Modena. Ormai siamo andati a Parma, il cui duomo e battisterio meritano veramente una visita. Vedo che se fossimo andati a Modena non saremmo neanche stati delusi. Forse un'altra volta sarà...
RispondiEliminaUna buona spiegazione della tua giornata nel Duomo di Modena.
podi-.
A Parma ci sono tante cose belle da vedere, quanto a Modena. E la cupola del duomo di Parma affrescata dal correggio lascia senza fiato. Sono belle entrambe, diversamente belle.
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