Passa ai contenuti principali

Uomini e Topi


Ho letto questo libro perché qualcuno me ne ha orlato bene, perché qualcuno lo ha messo fra i libri che gli hanno cambiato la vita. Allora ho pensato che potesse essere un'ingiustizia non averlo ancora letto.
L'ho finito ora.
Posso dire che non mi è piaciuto per niente?
In prima battuta ho pensato di non averlo capito. Ho letto toppe critiche in questo periodo sulla lettura degli ebook e mi sto facendo condizionare, si dice infatti che la lettura sugli e reader sia meno attenta e la comprensione non sia totale. Quindi terminare con queste incertezze un libro elettronico mi fa paura e mi pongo subito le domande "E se non avessi capito?", "E se non avessi compreso appieno il significato?". Invece di dirmi  e pensare: "non fa per me", "semplicemente non mi piace". Oppure per essere eleganti "non è il nostro momento".


Pensato per un pubblico – i braccianti della California – che non sapeva né leggere né scrivere, Uomini e topi (1937) è un breve romanzo, ricco di dialoghi, che, nelle intenzioni di Steinbeck, avrebbe dovuto essere in seguito adattato, come difatti avvenne, per il teatro e per il cinema. Protagonisti, due lavoratori stagionali, George Milton, e l’inseparabile Lennie Little, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, che il destino e la malizia degli uomini sospingono verso una fine straziante. Il ritratto di un’America stretta dalla sua peggiore crisi economica nella drammatica rappresentazione di un maestro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Una casa Danese

La seconda parte del nostro viaggio prevede la sosta in una casa. Qui a Copenaghen non è tutto ordinato e perfetto come nello Jutland ma nonostante tutto sembra sempre di essere in un catalogo Ikea. Qui sono tutti ordinati, le case sono perfette e io già so che non riuscirei mai a tenere una casa in perfetto ordine.  Sarà lo spirito del nord che fa crescere ordinati e silenziosi .... Mentre noi meridionali siamo confusionari, caciaroni e fin troppo allegri.

Storie Mostruosamente sbagliate

Avevo sentito parlare di federica Bosco alla radio e incuriosita dall'intervista o da quello che si diceva avevo cercato un libro e avevo preso questo e poi lo avevo lasciato nel kobo per mesi come spesso accade e poi l'altro giorno quando facevo una lista di libri da leggere nel mese di Luglio l'ho incluso ed è capitato che me lo sono letto tutto d'un fiato, sono pochissime pagine, non arriva neanche a 100 e devo dire che la storia è anche carina, ma non è che in questo momento è il tipo di lettura che incontra i miei gusti, anzi mi fa venire anche un po' il nervoso. Lei è innamorata del bello di turno che ha un sacco di amanti e una famiglia, che le promette di lasciare la famiglia e mai lo fa. Le amiche le dicono che ha preso una cantonata ma lei è innamorata... finchè poi non si accoge che è proprio così. Mi appunto il nome di Federica Bosco perchè mi piace il suo stile per quando mi verrà voglia di una storia d'amore. Perchè adesso proprio non mi vanno....

Come è cambiato il fabbisogno di scarpe in trent'anni ma i piedi rimangono due

Quando ero piccola ricordo che avevo solo un paio di scarpe per l'estate: i santalini con gli occhietti e poi un paio di scarpe per l'inverno che di solito erano un paio di scarpe di vernice come queste Basta. Forse avevo un paio di stivali di gomma per la pioggia e basta. Forse a casa della mamma avevo un paio di superga, ma se ero a casa della nonna erano bandite, ho foto in cui ho la tuta e le scarpe di vernice, al solo pensiero mi vergogno. Oggi le mie figlie in barba al consumismo hanno scarpe per ogni occasione e ogni stagione. Partiamo dalla primavera? Scarpa da Ginnastica in tela, scarpa aperta per la gonna, in genere ballerina ma con stringa, scarpa da ginnastica tecnica leggera per camminare, ciabatta che non si sa mai. Estate: Sandalo, almeno due tipi di ciabatta (infradito e no) Scarpa da bosco alta. Autunno: Scarpa da pioggia, scarpa chiusa elegante, stivale, scarpa da ginnastica. Inverno: ci sono i saldi non vuoi implementare il parco scarpe con Stivali, scar...

Interrogativi sulla vita

  mmmmmhhhhhh.... Perchè un secolo fa a 37 anni si era così vecchi?

20 anni di me e di te

E oggi sono vent'anni che ci conosciamo, vent'anni che stiamo insieme. Vent'anni fa non avrei creduto di mangiare di fronte alla persona con cui avrei condiviso una vita intera. E invece nonostante tutto ci siamo. Siamo ancora noi. La vita ha cercato di dividerci ma non ci è riuscita, noi andiamo oltre. Questa sarà solo una tappa del nostro lungo viaggio, perchè infondo senza di te non sono nessuno.

La Sirena di La Spezia

Da qualche giorno anche la mia città ha la sua Sirena. La Sirena è una statua in bronzo donata alla Spezia dal Maestro russo Aidyn Zeinalov posizionata tra la passegiata Morin e il nuovo ponte Thaon di Revel, prprio davanti ai traghetti per le Isole e le Cinque Terre. LA scultura è molto bella, esposta in molti luoghi di pregio arriva sul nostro molo ad impreziosirlo e sono sicura che ben presto sarà un luogo adattissimo per i selfie di tutti i turisti che solitamente affollano la città. E' una sirena particolare perchè non ha la coda o sembianze da pesce, ma indossa costume da bagno, cuffia e pinne. Sembrerebbe pronta per farsi un bagno, magari si potesse! Ma le acque antistanti non sono proprio salubri! Anche se l'estate scorsa ho visto più di una persona tuffarsi proprio da quella posizione. Io e lei diventeremo amiche, lo so. Ci vederemo ogni giorno.

Il conservatorio...

La mia piccola violista ha sostenuto il suo primo esame al conservatorio e non è stato un gran successo. Non ha retto l'emozione e soprattutto la tensione di un ambiente così giudicante. La scuola primaria di oggi è un ambiente poco competitivo con pochissime prove e soprattutto senza tensioni e lei è molto serena a scuola, anche perchè di rado fallisce. Invece lì si è sentita per la prima volta giudicata, insomma un esame vero e non ha retto la tensione. Spero che lo abbia passato comunque, ma è stata una prova davvero dura. Generalmente è molto caparbia, invece lì ha vacillato. Probabilmente perchè tiene molto a questo percorso e voleva essere perfetta. La strada della musica è in salita, ed è difficile. Mi auguro che sappia intraprenderla nel modo giusto.

Corcos, ritratto di signora con due adolescenti

Corcos è uno degli italiani a Parigi, colui che da voce alla Belle Epoque, un gioventù decadente e pronta a decadere. Loro non sono sulla spiaggia, ma su una terrazza con un basso parapetto, di bianco vestiti e intenti a leggere e forse a discutere di quello che stanno leggendo. L'atmosfera è pacata, poche nubi all'orizzonte, nessun contrasto, solo lo sguardo fisso di lei, su di noi che la stiamo osservando.

Un giorno pieno di pensieri

Forse la cosa migliore è smetterla di pensare a dove sei diretto... e goderti dove sei... Recita una famosa frase... è tutto il giorno che penso se valga la pena pensare alla carriera oppure godermi quello che ho. Quando penso che sarebbe tutto in salita e che praticamente non sarei mai a casa, ho paura, mi perderei un anno di vita delle mie bambine e nessuno potrebbe mai più ridarmelo. Vale la pensa di perdere tutto questo per un lavoro? Scusate per l'illusione di un lavoro? Perché non ci sono garanzie. Se penso ai pro e ai contro mi dico: tanto vale aspettare ancora un anno... Rachele sarà all'asilo, Vittoria in seconda... e soprattutto cedere all'illusione del concorso, magari potrei fare quello... Ho un paio di giorni per decidere. Famiglia o lavoro?