Passa ai contenuti principali

I miei scrittori, i miei gusti letterari


Ho a lungo pensato a quali fossero i miei scrittori preferiti e in questo momento posso riassumerli così:

  1. Ernest Hemingway, ho letto alcuni dei suoi libri, non tutti, non ancora. Li tengo per un giorno di pioggia. Mi piace la sua scrittura asciutta e diretta ma mi piace anche l’uomo che fu.
  2. George Orwell, l’ho adorato da subito e ho letto ogni suo libro, forse me ne mancherà uno, penso una raccolta di saggi. Mi odio per averlo letto così voracemente e non mi sia rimasto più nulla di nuovo.
  3. Philip Roth, ho adorato ogni suo singolo libro ma mi sono imposta di leggerne solo 3 ogni anno, tenermelo in momenti bui, perché so che non mi deluderà.
  4. Gabriel Garcia Marquez, anche lui bruciato in pochissimo tempo presa dal fuoco della passione, non mi rimane niente se non una rilettura, forse non ho letto una raccolta di racconti ma non ne sono certa.
  5. Natalia Ginzburg, con lei ho iniziato con il piede sbagliato, poi l’ho riletta ed è stato amore perché la trovo così simile a me e al mio modo di essere e di pensare. Mi manca ancora qualche titolo.
  6. Elsa Morante, La storia mi ha segnata e non posso proprio pensare di porla altrove, anche solo per un unico libro che mi ha colpita nel profondo.
  7. Doris Lessing, lei ha una bibliografia piuttosto estesa, in parte nemmeno tradotta in italiano, ma so che non può deludermi.
  8. Kuki Galmann , lo so che rispetto agli altri che ho citato è semi sconosciuta e sicuramente non è fra le migliori scrittrici contemporanee, magari è annoverata come memorialista, ma a me importa poco i suoi libri mi hanno fatta sognata e curata quando il mio mal d’Africa era forte.
  9. Kent Haruf, conosciuto da poco ma ha subito trovato posto nel mio empireo.
  10. Umberto Eco, ultimo, ma probabilmente primo preferito, più per l’attività di saggista che di romanziere, ma lui è il mio mito.

Dopo questi scrittori ne ho altri che non posso definire preferiti perché magari hanno scritto libri che proprio non mi sono piaciuti come Jonathan Coe, e mi hanno fatto cambiare giudizio su di loro oppure perché non ho ancora letto abbastanza per giudicarli tali, però mi piacciono come Giorgio Bassani, Ignazio Silone, Carlo Cassola, Mario Rigoni Stern, Patrick Modiano, Cesare Pavese, Gregorie Delacourt, Antonio Tabucchi, Tahar Ben Jellun, Ian McEwan, Amos Oz, Magda Szabo, Julian Barnes, Claudio Magris, Joyce Carol Oates, Antonio Lobo Antunes, Francis Scott Fitzgeralt, Primo Levi, Leonardo Sciascia.

Poche donne, lo so. In genere mi capita di leggere davvero pochissimi libri di donne, ma non me ne faccio un problema.

Probabilmente potrei aggiungere un terzo elenco di autori che non disdegno, che ho conosciuto da poco ma stanno un gradino sotto come: Luis Sepulveda, Isabella Allende, Albert Camus, Joseph Roth, i vari fratelli Singer; solo per citarne alcuni, ma certamente sto dimenticando qualcosa di davvero importante. Spesso capita che esaurendo i titoli di un autore poi questi finisca nel dimenticatoio, perché io non uso rileggere, mi da fastidio.

Il libro preferito poi non esiste, esiste il libro che ha segnato il momento. Ora vi direi La Storia di Elsa Morante, ma vi avrei potuto rispondere 1984, Baudolino, o chissà quale altro libro se me lo aveste chiesto in un altro periodo della mia vita. Per esempio a 19 anni ero ferma nel sostenere che il ciclo dei Moschettieri di Dumas fosse un capolavoro, e all’università di Pisa tutti mi guardavano male, poi non ho mai capito il perché, del resto lo stesso Eco sostiene l’importanza di certi romanzi. Diciamo che ho avuto fasi nella mia vita da lettrice e ho sempre letto molto e per questo non posso avere un unico libro o un unico autore preferito. Io sono alla costante ricerca di qualcosa di diverso e magari quando lo trovo mi piace anche e la lista si allunga.

Commenti

  1. Te ne manca ancora uno di scrittori: il mio NOME e COGNOME, ah ah! Ora il mio libro "L'aria buona del giardino" si può acquistare, cartaceo o ebook, su IBS e Feltrinelli, fra una quindicina di giorno anche su Amazon... (Osa farmi un po' di pubblicità). Atapo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti preoccupare l'ho già ordinato, tempo di leggerlo e lo recensisco! Intanto per i curiosi è meglio che passino da te, lascio il link: https://blog.libero.it/ricomincioda7/

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Venere di Milo a cassetti

Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...

Skopas, Menade Danzante

Fino ad ora ho aggiunto a questa mia collezione privata opere che in quel determinato momento significavano qualcosa per me, magari perché le stavo spiegando in classe o perché stavo leggendo un libro. In seguito ho aggiunto due filoni tematici che mi hanno sempre affascinata: i baci e le donne in bianco. Ma di opere che amo fortemente ce ne sono poche. La Menade danzante di Skopas è una scultura che mi è sempre piaciuta tantissimo sin dal Liceo. Non ho ancora avuto la fortuna di andare a Dresda ad ammirarla dal vivo e mi sono sempre accontentata delle fotografie. La statua rappresenta una delle menadi, le fanciulle seguaci del dio Dioniso di cui ne celebravano il culto con cerimonie orgiastiche e danze forsennate al suono di flauti e tamburelli, al culmine delle quali aveva luogo il sacrificio di un capretto o di un capriolo, dilaniato a colpi di coltello e divorato crudo nel momento del parossismo estatico. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una copia di età ro

Toulouse Lautrec “Moulin Rouge. La Goulue”

Aggiungo, oggi,  alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch

Gli amanti, Magritte

Oggi ho scelto Gli Amanti di Magritte perché vorrei presentarvi nelle prossime settimane una serie di "baci". Inizio con questo perché oggi mi sento molto surrealista! :) Dell’opera esistono due versioni, entrambe datate 1928, la prima attualmente è conservata presso la National Gallery of Australia, mentre la seconda si trova al Moma di New York . Il quadro raffigura due amanti che si baciano appassionatamente, con le teste coperte da un panno bianco che impedisce loro di vedersi e comunicare, suscitando una certa inquietudine e angoscia. La scena è poi completata da uno sfondo fortemente contrastato di tonalità di blu e dalla cornice classicheggiante che riveste la rossa parete, riportando agli occhi i tempi antichi. I due lenzuoli sono resi con un abile uso dei chiaroscuri, che sembrano riecheggiare i virtuosismi del peplo di una scultura ellenistica, e sono fonte di luce dell’intera opera. Questi drappeggi che paiono leggeri e appena appoggiati sui volti dei du

Millet, coltivatori di patate

Ho partecipato molte volte alla raccolta delle patate, ma mai alla semina. In questo dipinto Millet racconta la semina delle patate. L'uomo che con la zappa prepara il dolci, la donna che lascia cadere le patate a terra, nella speranza che esse prolificano. Questo dipinto ha la stessa monumentalità di un quadro assai più famoso di Millet, l'Angelus. Anche qui troviamo una coppia di contadini, non intenta alla preghiera ma bensì al lavoro quotidiano.

La tesina per l’esame di terza media

Sull’autenticità dei compiti dati a casa c’è sempre da dubitare, il più delle volte non sono farina del loro sacco. C’è sempre un copia e incolla in agguato, o un genitore pronto a fare lui stesso la ricerca. Così sta accadendo per la tesina di terza media. Stamattina sono stata contattata da una mamma di un’amica di mia figlia che mi ha chiestoSe potevo farla direttamente io. Come se in questo momento avessi tempo da perdere e soprattutto come se volessi prendere in giro i miei colleghi.... ma può un prof confezionare un prodotto per un’esame? Io no, professionalmente sono integerrima. Persino mia figlia se la sta facendo da sola! Io sono per l’autonomia dello studente, figurarsi se mi metto a fare io le tesine... non ho mai aiutato nei compiti le bambine, fanno tutto da sole. Non hanno capito? Non rispiego mai nulla, dico loro “ Domani vai dalla maestra / prof e te lo fai spiegare, la mamma a casa fa la mamma, la prof la fa a scuola“. E infatti Vittoria mi rinfaccia sempre: “ ho

Berthe Morisot, La lettura

Spesso dimentichiamo le donne che hanno partecipato alle mostre impressioniste come Berthe Morisot e i loro dipinti. Per la mia serie di donne in bianco ho scelto questo dipinto in cui Berthe rappresenta sua sorella mentre legge. Le sorelle Morisot erano state educate come ogni fanciulla del tempo, con letture e anche insegnando loro a dipingere. Berthe farà poi di questo  "divertimento" il suo mestiere. Qui possiamo cogliere molto della vita del tempo: le gite fuori porta, le letture, ma anche l'orientalismo si può cogliere nel ventaglio posato sull'erba.

Vincent Van Gogh, donne che Raccolgono patate

Siamo abituati a vedere il Van Gogh che usa i colori brillanti, quello delle nature morte, dei paesaggi del midi, mentre non siamo per nulla abituati a guardare il Van Gogh "realista" quando ancora non conosce la pittura parigina e soprattutto Giapponese. Il Van Gogh realista che descrive la povera gente, i minatori, i mangiatori di patate e in questo caso le raccoglitrici di patate. Prive di ogni poesia, descritte con toni terrosi riceve su zappe e vanghe, con mani nodose e un piccolo cesto di patate da un lato. Povere in ogni cosa, anche nel loro raccolto.

Berthe Morisot, La giovane che indossa la calza

  E di nuovo Berthe che raffigura una giovane donna in una stanza, vestita di bianco, più che un vestito una sottoveste, visto che la giovane è ritratta mentre si mette la calza. Nessun erotismo, solo un gesto quotidiano, una routine nella solitudine di una stanza disordinata.

Caravaggio, Fanciullo con canestra di frutta

Caravaggio è uno degli autori più amati di tutti. Per la sua vita avventurosa e travagliata, e perché incarna in tutto e per tutto il topos dell'artista maledetto. I suoi dipinti poi sono perfetta mimesi della natura, perfettamente fruibili da tutti, anche da chi non si intende di arte. I livelli di lettura delle sue opere sono molteplici, ma il primo livello essendo raggiungibile da tutti lo rende apprezzabile alla massa. Il Fanciullo con canestra di frutta è stato realizzato probabilmente nel periodo in cui Caravaggio si trovava a Roma nel pieno della collaborazione ed apprendistato presso del Cavalier d’Arpino. La figura del ragazzo e il canestro con la frutta che regge in mano sono realizzate con estremo realismo, in quest’opera si nota la sua estrema abilità e raffigura il reale così come appare, senza alcuna trasfigurazione. Perché il ragazzo non ha un aspetto «idealizzato»: ha la faccia autentica da vero ragazzo di quel tempo, ordinario non bello quasi un po’ volgare. All