24 ore senza internet sul telefono.
Il mio iPhone praticamente inutile.
24 ore terribili.
Attimi vuoti senza la consolazione di Instagram, senza lo scorrere di immagini che a volte mi calmano.
Attimi vuoti senza poter leggere un articolo di arte, archeologia oppure attualità.
Attimi di disperazione da gestire da sola senza poter mandare un Whatsapp ad un’amica, anche solo a mio marito.
Un appuntamento come ai vecchi tempi per prenotare la cabina al mare per l’estate, senza telefonarsi, ma con un messaggio prima di uscire di casa e poi il Silenzio.
Ormai sono troppo dipendente dal mio iPhone per poter vivere senza.
Ho tutto nella mia mano e non vi posso rinunciare nella vita comune.
Un conto sono tre mesi su di un’isola deserta oppure quando sono alla fattoria, ma quando sono in città , quando vivo la mia vita, ho estremo bisogno di comunicare. Di accedere a tutto quello che ho nella nuvola. Ormai sono abituata a mettere qualsiasi cosa nella nuvola.
Lo confesso, i social mi hanno reso meno timida. I social mi hanno aiutata a consolidare rapporti con persone che se no sarebbero finiti, persi, dimenticati.
I social mi aiutano a non cadere in disperazione.
Certe volte aiutano, non andrebbero demonizzati tutti. Per questo ho voluto che anche Vittoria avesse il suo telefono, la vedo timida, incapace di mantenere le relazioni di amicizia, di prendere l’iniziativa. Mentre invece adesso con le sue amiche si manda messaggi, si tiene in contatto. Da cosa nasce cosa, si coltiva un piccolo seme che da grandi potrebbe diventare un forte albero. Tanti alberi formano un bosco. Per loro voglio boschi rigogliosi, non una radura con alberi isolati come ho io.
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